“L’effetto più importante dello yoga è la pulizia della percezione”

“L’effetto più importante dello yoga è la pulizia della percezione”

 

Intervista a Giorgio Savigliano, insegnante di Hatha Yoga

A cura di Natascia Bandecchi

In questo momento di “stai a casa” ho pensato a tutti i praticanti ed aspiranti praticanti di yoga.
A come potrebbe esser loro utile ricevere piccole ma preziose “perle” che possano nutrire corpo e spirito alleggerendo un pò la mente che, in questo periodo di Coronavirus è molto sollecitata.
Lo yoga – termine spesso inflazionato e di cui in realtà si sa veramente poco – fa parte della mia vita da una decina di anni. Non sono un’allieva modello ma credo sia utile farci alcune domande che orbitano intorno a questa antica disciplina indiana e di come possa aiutarci a trovare il centro con semplici attenzioni da rivolgere al nostro microcosmo interno.

Come ci aiuta lo yoga in questo “stato d’emergenza Covid-19” ?
Prima di tutto è necessario allontanarsi dall’idea che lo yoga sia una sorta di medicina calmante. Nel suo significato originario yoga è un lavoro di pulizia mentale. In questo momento di  Coronavirus il primo allarme che si attiva è: l’emergenza mentale. Ovvio, l’aspetto principale sembra essere la malattia, la morte ma, fondamentalmente tutto si riconduce al come io percepisco quello che sta succedendo.
L’effetto più importante che lo yoga crea, aldilà dei benefici fisici e respiratori, è la pulizia della percezione. Una domanda utile che posso farmi è: “in che modo percepisco la realtà?”
È complesso connettersi a quello che sentiamo perchè siamo bersagliati da informazioni che ci arrivano da ogni angolo. Informazioni certamente importanti, ma è fondamentale proteggersi da un eccesso di input che può minare il mio, già sensibile, equilibrio personale. Un’altra domanda utile che posso pormi è: “Come vive il mio corpo questa situazione?”. Fare yoga è seguire la saggezza intrinseca del mio corpo, ascoltandolo.
Lo yoga ha una moltitudine infinita di tecniche attraverso cui può migliorare i vari nostri sistemi: immunitario, nervoso, la mente, la respirazione. L’accento però dovrebbe essere posto inizialmente a come io individuo sto vivendo questa situazione. Questo è il primo punto su cui focalizzarsi.

Dal momento che mi connetto al mio microcosmo interno, apro il tappetino di yoga e cosa succede ?
Rendersi conto che ci si può fermare è una preziosa consapevolezza. Lo si può fare, non perchè si ha il desiderio che succeda qualcosa di speciale, ma perchè, fermandomi, dò la possibilità a qualcosa dentro di me di rallentare: alla mente, al respiro, al corpo. L’atto del fermarmi mi regala l’opportunità di vivere appieno quello che sto sentendo. Un momento cioè in cui dono al corpo la possibilità di esprimersi. In questo spazio di ascolto non si tratta di un tempo che passa ma si manifesta un tempo che viene vissuto. In questo momento di “stai a casa” ovvio che sia bellissimo leggere, guardare un documentario, passare il tempo con i familiari o fare qualsiasi altra cosa che ci fa star bene o ci distrae. Trovo comunque sia prezioso entrare in contatto con un fare che non è più un fare fine a se stesso. Uno spazio in cui si è più attenti al gesto che si sta compiendo nel qui ed ora, quasi come si creasse un momento di sospensione di un fare finalizzato ad un obiettivo. Una possibilità cioè di fare in modo che qualcosa dentro di noi possa esprimersi: rabbia, paura, angoscia, tristezza. Tutti stati d’animo che possiamo condividere dal momento che ci accorgiamo di sentire. Parlarne quindi apertamente – sia con chi ci circonda che con noi stessi – di come ci stiamo sentendo. Questa attitudine rende tutto più prezioso anzichè mettersi nella modalità di fuga. Il rischio ora, è di scappare anche se siamo costretti a stare a casa.

In questo tempo sospeso da Covid-19 stress e tensione sono all’ordine del giorno. Che benefici porta lo yoga al sistema nervoso ?
Quando entro in una pratica di yoga succede il contrario di quello che sta succedendo adesso. Lo stress e la paura nel sistema nervoso sono una risposta naturale che hanno sempre permesso all’essere umano di sopravvivere. Una volta l’essere umano si imbatteva nell’orso o nel leone e doveva scegliere se scappare o combattere: “flight-or-fight response”. In una fase di intenso stress emerge l’istinto di sopravvivenza dove si attivano una serie di meccanismi interni: il sangue diventa più denso in caso di ferita, la circolazione sanguigna convoglia verso i muscoli così posso lottare o scappare, le pupille si ingrandiscono per vedere meglio, la digestione si blocca perchè in quel momento non mi serve. Tutti parametri che servono ad uno scopo preciso per sopravvivere. Purtroppo nella situazione che stiamo vivendo oggi alle nostre latitudini e in peggior modo quando sono costretto a stare fermo, questa risposta da stress non viene esaurita e persiste intensamente in continuazione. Quindi è molto importante bilanciare questa risposta, sopratutto perchè l’eccesso di stress ha una grave risonanza sul sistema immunitario. È totalmente dimostrato di come i rilasci ormonali influenzino il sistema immunitario accomunato pure da come respiro.
Quando pratico lo yoga stimolo anche una risposta contraria allo stress che è dato dal sistema parasimpatico: rilasso le tensioni muscolari, lo stomaco e gli intestini si riattivano, il sangue si fluidifica. Lo yoga è una tecnica di riequilibrio del sistema nervoso autonomo: parasimpatico e simpatico. La pratica dello yoga ha quindi un effetto molto importante sul sistema immunitario che ci permette di difenderci da malattie e virus.

Praticare yoga da soli a casa non è cosa semplice di questi tempi: non ho la testa, non c’è la forza del gruppo, l’insegnante non è presente. Come posso srotolare il tappetino in solitaria ?
Tutto si racchiude in un semplice gesto e cioè: prendersi il tempo. Una volta che scelgo in maniera coerente di prendermi il tempo, tutto il resto arriva naturalmente. Il respiro è indissolubilmente legato alla pratica yogica ed è fondamentale prendersene cura, sopratutto “fuori dal tappetino”.
Proprio in questo momento di Covid-19 respirare è l’atto che è in relazione all’organo che è più sollecitato e a rischio: i polmoni. La respirazione è sopratutto il nostro modo di prendere da e, verso l’esterno. Attraverso il respiro – che è una vibrazione – diamo delle emozioni all’esterno. Il nostro modo di respirare riflette il nostro modo e la qualità di pensare, l’energetica della nostra mente. Modificando il ritmo respiratorio, modifico anche il paesaggio interiore: allungando e rallentando dolcemente l’espiro attivando gentilmente l’addome verso l’interno, facendolo cioè uscire un pò più dolcemente, magari con una breve pausa dopo l’espiro. Allungare di riflesso l’espirazione significa irrorare meglio il tessuto polmonare, rendendolo meno soggetto alle infezioni, massaggia gli organi, favorisce la digestione e l’eliminazione (nell’intestino vi è la sede del sistema immunitario). Mi dedico a questo tipo di respirazione 5-10 minuti e ascolto gli effetti che provoca.
Respirando diamo una qualità di energia alle nostre cellule. Se respiro in modo superficiale, corto, affannato, ansioso, sto comunicando al mio corpo, al mio cuore e alle mie cellule un certo tipo di messaggio. E, mai come adesso è importante, comunicando verso l’esterno un tipo di energia. In un momento in cui sono costretto a chiudermi a casa, seguire in maniera scrupolosa delle regole, perchè non posso espandermi ? Il respiro mi permetto di farlo. Si ha la possibilità quindi di andare oltre la nostra individualità.
Aldilà di tutti i benefici dello yoga e della respirazione è fondamentale ristabilire una connessione sia con noi stessi, con una forza interiore che non ci ricordiamo più di avere, sia con l’esterno, perché i polmoni sono l’organo di scambio, legati alla pelle, e in un momento dove non posso scambiare contatti con la pelle, riattivo uno scambio su un altro piano, aprendomi con i polmoni, con il cuore e con la mente espandendo anche il pensiero verso gli altri in modo ancora più profondo. La funzione respiratoria così si trasforma in una comunione con tutto ciò che mi circonda.
I polmoni, il cuore e la mente si aprono ed espandono la mia percezione, il pensiero verso gli altri.
In questo spazio di connessione e rilassamento cambia la prospettiva della realtà: la notizia che mi arriva, le immagini che vedo, la telefonata. Posso raggiungere una visione che fino a poco prima non c’era. Mi accorgo quindi che la mente si muove in maniera più calma cambiando la percezione delle cose. Da lì poi posso iniziare a praticare le asana e seguire una sequenza specifica ma non prima di essermi centrato attraverso il rilassamento. Posso completare la pratica con una meditazione o con dei mantra, per esempio: https://www.youtube.com/watch?v=_twj5qPHA84. Ci sono poi altre tecniche di purificazione fantastiche di questi tempi: kapalabhati, bastrika. Tecniche non solo per un’igiene fisica ma che servono a ripulire un organo che è la nostra connessione con l’esterno: la mente. Ovvio, è necessario seguire tutte le norme igieniche e comportamentali. Mi lavo le mani ma dentro mi sto espandendo.

Foto Rachel Dodds

 

 

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