Lungo la via del Sé: intervista a Gabriele Rosemarie Paulsen

Lungo la via del Sé: intervista a Gabriele Rosemarie Paulsen

Le vicissitudini che ci capitano nella vita non arrivano a caso: sono in risonanza con ciò che siamo e possono contribuire a una migliore conoscenza di noi stessi. La naturopata e terapeuta Gabriele Rosemarie Paulsen propone un percorso basato sulla filosofia ermetica che facilita la comprensione di ciò che gli eventi e persino le malattie ci vogliono dire. Alla comprensione fa seguito la trasmutazione dell’Ombra che permette di superare i momenti difficili, integrando parti mancanti della nostra personalità.

Come è arrivata a questo tipo di ricerca?
Come indole personale ho da sempre un’innata affinità con il mondo spirituale e molta fede.Come formazione invece sono partita con una laurea in lingue e letteratura all’Università di Venezia. Poi la vita ha voluto che trovassi lavoro in un’azienda tedesca attiva a Roma nel campo del turismo e dell’organizzazione di eventi. Ho gestito per circa vent’anni questa azienda con varie decine di collaboratori e sono grata a questa esperienza per la base concreta che mi ha dato. Ma ad un certo punto ho capito con molta chiarezza che non avrei potuto fare quel lavoro per sempre, avvertendo il grande bisogno di dedicarmi a un’attività più profonda che mi permettesse di coltivare maggiormente una visione olistica e spirituale. Cosi, intanto,ho iniziato a frequentare una scuola di naturopatia, al termine della quale il mio maestro omeopata mi ha consigliato di interessarmi all’Anima. Sono quindi tornata in Germania per studiare Medicina Archetipica e Psicosomatica Olistica presso la scuola di Ruediger e Margit Dahlke. A questo studio ho unito, tra le altre cose, anche lo studio della simbologia e astrologia ermetica frequentando una scuola di astrosofia.

Un’esperienza fondamentale di questo periodo è stata inoltre dover affrontare ed elaborare una mia malattia, in un certo senso una malattia iniziatica, che oggi mi permette di presentare con assoluta convinzione il percorso che propongo.

Che cosa si intende per filosofia ermetica?
Per filosofia ermetica si intendono soprattutto le sette Leggi Universali esposte da Ermete Trismegisto nella sua Tavola di Smeraldo. Da queste leggi si può dedurre la legge dell’Ombra, di cui ha parlato diffusamente C.G. Jung che era un grande studioso dell’ermetismo. Lo studio di questa filosofia è un viaggio alla scoperta di chi siamo. Per l’ermetismo l’essere umano è un’unità di corpo, anima e spirito. È quindi importante scoprire che cosa siano queste tre componenti per poter ampliare l’impostazione meramente materiale della vita.

Quali sono le sette leggi universali?
In breve sono:
La legge dello Spirito:
Lo Spirito è la forza suprema, la forza più alta di tutte le forze. Tutto nel mondo e nell’universo è animato da energia spirituale. L’infinito spirito creatore è la fonte di ogni vita.
La legge di corrispondenza:
Questa legge determina il pensiero verticale o analogico: Come sopra-così sotto, come sotto-così sopra. C’è sempre una corrispondenza tra i fenomeni dei vari piani esistenziali: piano fisico, piano mentale e piano spirituale.
La legge di vibrazione:
Niente è fermo, tutto è in continuo movimento, tutto vibra e oscilla. Le differenze tra materia, energia, mente e spirito sono dovute a differenze vibrazionali.
La legge del ritmo:
Tutto ha il proprio ritmo. Tutto sale e poi scende. La dinamica del pendolo si mostra in tutto. L’oscillazione del pendolo da una parte determina la sua oscillazione dall’altra parte.
La legge di causa ed effetto: 
Ogni causa ha un effetto – Ogni effetto ha una causa.  Ogni azione genera un’energia stabilita che con la stessa intensità ritorna al punto d’origine. Il caso non esiste, esistono solo cause non ancora identificate.
La legge di genere:
Ogni cosa ha un genere maschile o femminile. Tra i due generi deve esserci equilibrio per creare azioni di successo.
La legge di polarità:
Tutto ha due poli. Tutto possiede una controparte.
Da questa legge si può dedurre il principio dell’Ombra. Noi tutti tendiamo a identificarci con un polo, possibilmente un polo considerato positivo, ma questo polo ha per forza una sua corrispondenza opposta. Ne risulta che, se ci identifichiamo esclusivamente con il polo positivo, l’altro polo diventerà la nostra ombra che, non essendo riconosciuta, si manifesterà attraverso le proiezioni. In altre parole tenderemo a proiettare l’aspetto negativo sugli altri o su situazioni esterne. È molto importante comprendere questo meccanismo e, per usare un termine coniato da C.G. Jung, “abbracciare l’ombra” in modo da “ritirare” le proiezioni, ossia riportare a noi ciò che abbiamo proiettato verso l’esterno. Non dobbiamo dimenticare che nell’Ombra è spesso contenuta una grande risorsa anche se inizialmente rappresenta l’inaccettabile.

In che senso?
L’Ombra fa parte del regno di Plutone, che è il signore dell’Ade, ma anche il custode della ricchezza e delle pietre preziose. Da questo possiamo dedurre che l’Ombra costituisce la nostra più grande ricchezza. Purtroppo spesso l’educazione ci insegna a giudicare determinati aspetti che vorrebbero vivere attraverso di noi. Pertanto ci rifiutiamo di vivere questi aspetti perché li giudichiamo negativi

Dobbiamo quindi vivere la parte peggiore di noi?
Prima di tutto dobbiamo scoprire quella parte di noi che giudichiamo peggiore. Ma ”abbracciare” l’Ombra significa riscattarla. In altre parole dobbiamo imparare a vivere l’aspetto meno denso dell’Ombra. Dico “meno denso” per non usare il termine “buono” che presuppone un giudizio.

Una volta compiuto il processo di riscatto dell’Ombra, non avremo più proiezioni?
È praticamente impossibile non avere proiezioni, viviamo in un mondo polare. Quindi, anche dopo aver fatto il lavoro sull’Ombra, continueremo a proiettare aspetti nostri sugli altri. L’importante è riconoscere le proiezioni e la grande possibilità evolutiva insita nella loro elaborazione.

Quali strumenti possiamo usare per questo lavoro di auto-conoscenza?
Personalmente considero molto utili gli archetipi astrologici.

Ossia i segni dell’astrologia?
I segni e i pianeti, intesi come forze primarie, come pietre originarie della nostra creazione. In antichità l’astrologia era vista come ierofania, come rivelazione del sacro. La filosofia ermetica ci insegna che l’Uno, l’Assoluto, a un certo punto si è diviso in due e ha creato la polarità, espressa nel femminile e nel maschile. Nel corso del processo della creazione il due si è diviso ulteriormente ed è diventato quattro, espresso nei quattro elementi. Due elementi sono maschili: Fuoco e Aria; due sono femminili: Terra e Acqua. Questi quattro elementi si dividono ancora in dodici archetipi astrologici. Tre archetipi appartengono all’elemento Fuoco: Ariete, Leone e Sagittario; tre all’Aria: Acquario, Gemelli e Bilancia; tre alla Terra: Capricorno, Toro e Vergine; tre all’Acqua: Pesci, Cancro e Scorpione. Questi archetipi possono essere visti come  pilastri della creazione e si manifestano nel mondo secondo la legge di analogia in modo verticale, ossia dai livelli più densi e meno redenti ai livelli più alti e più riscattati. Conoscendo gli archetipi possiamo comprendere meglio la vita, noi stessi e tutto ciò che ci circonda e soprattutto possiamo comprendere come riscattare i nostri contenuti d’ombra che incontriamo inizialmente nella loro manifestazione più densa. Il riscatto consiste sempre nel portare il contenuto denso ad un livello più alto e riscattato all’interno dello stesso archetipo. Infatti ogni elemento denso può essere trasmutato solo all’interno del suo stesso archetipo. Facciamo un esempio: poniamo che io mi rifiuti di vivere la mia aggressività, perché la giudico negativa. Dobbiamo capire che l’aggressività come energia non è negativa in sé, ma è un contenuto denso che, quando viene rimosso, si può manifestare nella psiche come rabbia e nel corpo come mal di testa, allergia o come infiammazione. Questo contenuto non si può riscattare attraverso il suo opposto, ossia la mitezza, anche se la maggior parte delle persone tenderebbe a fare cosi, errando. L’aggressività appartiene all’archetipo dell’Ariete e quando si presenta nella nostra vita, si tratta di un contenuto che vuole essere vissuto e va riscattata attraverso l’aspetto più alto e meno denso dello stesso archetipo, nel caso dell’Ariete per esempio attraverso l’assertività o il coraggio. In altre parole, il primo passo è riconoscere l’aggressività come una nostra ombra per poi trasmutarla in coraggio di fare, di scoprire, di attivare un progetto, di conquistare dello spazio personale e così via. Si tratta di una chiave davvero importantissima per comprendere le vicissitudini della nostra vita, non conosco una chiave migliore.

Questa chiave ci permette di comprendere anche le malattie?
Anche i quadri clinici, così come gli stati interiori si ricollegano ai vari archetipi. Questi ultimi si manifestano anche nel mondo esterno: nelle città, nelle nazioni, nei modi di vestirsi e di abitare, nelle piante, nelle macchine: tutto appartiene a un archetipo ben preciso
Del percorso di autoconoscenza proposto da Gabriele Rosemarie Paulsen fanno parte anche incontri di “Meditazione regressiva”. Queste ultime tuttavia avvengono solo nel quadro di un percorso individuale e non sono proposte nei seminari.

Queste meditazioni si possono paragonare alle regressioni alle vite precedenti praticate ad esempio di chi segue il metodo di Brian Weiss?
Non conosco abbastanza bene il metodo Weiss. Personalmente mi baso soprattutto sull’approccio di Dethlefsen/Dahlke, un approccio che a sua volta si basa sulle leggi della filosofia ermetica e sulla conoscenza degli archetipi astrologici. Il fulcro del lavoro non sono più le vite precedenti, anche se Dethlefsen ha iniziato cosi, ma oggi ci si concentra sulle immagini interiori che emergono e che vengono considerate come il linguaggio dell’anima. L’anima infatti è più saggia della nostra mente poiché è la parte più antica di noi che non vive solo questa vita ma tante vite. Quindi in una meditazione regressiva diamo importanza alle immagini che emergono in risposta a domande come:
“Qual è il mio più grande ostacolo interiore? La mia più grande paura interiore? Il mio modello della relazione di coppia? Il mio rapporto con il lavoro?” Apriamo quindi una porta immaginaria e attraverso ciò che troviamo oltre la porta, riceviamo delle risposte che la mente non avrebbe mai trovato. E in questo l’anima può anche avvalersi di immagini antiche dove ci troviamo catapultati in altri tempi.

Qual è lo scopo ultimo di un percorso verso il Sé?
Il percorso ha lo scopo di aiutare a conoscerci meglio e quindi a vivere meglio sia psicologicamente che fisicamente. Infatti il mondo circostante esattamente come la nostra salute, sono un riflesso di ciò di cui non siamo coscienti. Quindi il mondo che ci circonda e tutte le difficoltà che viviamo sono sempre espressione della nostra ombra, di contenuti repressi. È molto importante avere una chiave per leggere questi avvenimenti per poi poterli riscattare e modificare. Il viaggio di consapevolezza consiste nel diventare consapevoli di chi siamo e della parte di noi che proiettiamo nel mondo esteriore o nei sintomi di cui soffriamo. Non dimentichiamo che la parte conscia rappresenta il dieci per cento della nostra coscienza, mentre tutto il resto è costituito dall’inconscio ossia dall’Ombra.

Il percorso si addice a persone di tutte le età?
Di solito l’esigenza di elaborare la propria esistenza nasce nella seconda metà della vita. C.G. Jung ha detto che chi si occupa di spiritualità prima della metà della vita potrebbe ammalarsi, ma ha aggiunto che chi non lo fa dopo la metà della vita corre lo stesso rischio. Tuttavia anche per persone più giovani il metodo può avere un’utilità per superare nodi e blocchi che vincolano il proprio andare avanti nella vita. Ma è l’intento che cambia. Il compito della prima metà della vita sono l’auto-affermazione e la conquista di un posto nel mondo esteriore e materiale. Il compito della seconda metà della vita è l’elaborazione di ciò che si è diventato, per poter integrare parti ancora mancanti e infine, per poter lasciar andare le conquiste esteriori e materiali e rivolgersi maggiormente alla dimensione interiore e spirituale.

Per saperne di più: www.gabrielerosemariepaulsen.com  e gabrielerosemarie.paulsen@gmail.com

 

 

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