Cambiare la percezione della realtà

Cambiare la percezione della realtà

QIMB è una sigla che vuol dire Quantum Information Modulation e dove la B sta per Bosco, il nome dell’inventore del metodo, il Dottor Wolfram Bosco Friedrich Zolk, dentista olistico e studioso di medicina naturale. Il metodo QIMB comprende una serie d`immagini emblematiche contenenti delle formule composte da lettere e numeri. Queste immagini possono essere scaricate sul cellulare, oppure stampate e conservate in modo da averle sempre a portata di mano. Ogni immagine ha una sua funzione specifica: vi sono scudi per aumentare le difese immunitarie e per difendersi dall’elettrosmog; vi sono immagini per aiutare a risolvere i problemi familiari, altre che sostengono nei conflitti emozionali, altre ancora per ridurre l’ansia e lo stress e prendere la vita con maggiore leggerezza, o addirittura per trasformarsi… Il metodo si basa su premesse spirituali. Come è nato?
Lo abbiamo chiesto a suo ideatore, il Dottor Bosco Zolk.

“Credo che, in un modo o nell’altro, la spiritualità sia sempre stata presente nella mia vita fin dalla prima gioventù.”
Ci dice il Dottor Zolk.
“Con questo non voglio dire che da giovane disprezzassi il benessere materiale, anzi. La mia era una famiglia benestante e non ho avuto certo una gioventù difficile. Da ragazzo ho trascorso cinque anni in un collegio religioso e credo che mia madre desiderasse vedermi intraprendere una carriera ecclesiastica. Del resto il mio nome, Bosco, era già un legame con il Santo fondatore dell’ordine dei Salesiani… Ma io ero attratto dalla matematica, dalla fisica e dalla biologia umana. Alla fine ho deciso di studiare medicina e odontoiatria per poi praticare l`odontoiatria, seguendo in questo l’esempio di mio padre e di mio nonno prima di lui. In quegli anni mi sono successe varie cose curiose: sono sfuggito miracolosamente per così dire a una quarantina d`incidenti gravi. Allora vivevo questi fatti come episodi isolati, ma oggi capisco che dietro a ciò vi era una specie di trama che mi guidava in una certa direzione. ”

Potrebbe raccontare uno di questi episodi?
Volentieri. Da giovane facevo parte di un coro, e durante una trasferta in Israele, siamo stati tutti alloggiati in un albergo. La mattina mi sono alzato con i piedi nell`acqua e ho visto che l’albergo era bruciato. Tutti gli altri ospiti erano stati evacuati, solo la mia stanza era rimasta intatta e nel mio sonno pacifico non mi ero accorto di nulla.

Un fatto molto curioso, quasi un miracolo…
Certo, ma fino all’età di circa ventiquattro anni non mi sono mai posto particolari problemi. Al termine degli studi ho iniziato a lavorare nello studio di mio padre e devo dire che questo inizio di carriera mi è sembrato deludente. Fare il dentista mi pareva noioso e limitato. Chiudere un buco in un dente dopo 10 anni di studi impegnativi. Sulla richiesta di una dottoressa che praticava come medico generico integrando la medicina naturale e che cercava un dentista abbastanza aperto da avvicinarsi alle sue idee ho cominciato una collaborazione fruttuosa. Così ho avuto i primi contatti con l’omeopatia e l’agopuntura. Poi la dottoressa si è trasferita a Stoccarda e i suoi pazienti mi hanno chiesto di subentrare al suo posto. Ciò mi ha portato ad approfondire sia l’omeopatia che l’agopuntura e in particolare “l’elettroagopuntura secondo Voll” (EAV). Questo metodo prevede che si esegua un particolare test diagnostico per poi determinare il percorso di terapia da seguire che, da persona a persona é sempre individuale. Nell’eseguire questi test sui pazienti mi sono reso conto che lo stato di coscienza non solo del paziente, ma anche del medico hanno un’importanza fondamentale per l’esito e quindi per la scelta del percorso da seguire. A volte rimanevo strabiliato dai risultati che ottenevo. Mi capitava per esempio di scoprire che il paziente aveva sofferto di una determinata malattia anni prima e ciò senza che la persona in questione mi dicesse nulla in proposito. Sono quindi arrivato a pensare che il fatto di attenersi rigidamente a un determinato protocollo non è necessariamente positivo e può addirittura far deviare dalla giusta direzione.
Ho comunque continuato a studiare il metodo di Voll, sono stato per anni insegnante del metodo e relatore a vari congressi, pur portando avanti le mie ricerche sugli stati di coscienza. Ho fatto varie conoscenze e in particolare quella del Prof. Dr. Warnke, che mi hanno portato a interessarmi di fisica quantistica. Non posso dire di avere una vera conoscenza in materia, ma ho avuto comunque delle intuizioni che sono state confermate quando mi sono avvicinato agli scritti degli specialisti. In sostanza mi considero un autodidatta e tutti i vari metodi che prescrivo ai miei pazienti incluso il metodo QIMB che ho sviluppato, li ho sempre testati su di me prima di proporli ad altri.

Quindi si può dire che il suo percorso è stato sia scientifico che intuitivo e che lei è dotato di una particolare intuizione…
È proprio così. Mi capita a volte, mentre tratto un paziente come dentista, di percepire delle frasi che a me non dicono nulla, ma che invece sono cariche di significato per il paziente stesso.

Come spiega questi fatti?
Per me sono altrettante conferme che esiste qualcosa al di fuori della materia, una coscienza al di fuori della struttura materiale del cervello. Ho letto con grande interesse le opere di certi ricercatori come Brenda Dunne dell’Università di Princeton che parla del potere della mente sulla materia. Ad un certo punto ho cominciato a chiedermi che cosa vi fosse all’origine dell’universo, ossia che cosa esistesse prima del Big Bang. La teoria del Big Bang risale da una teoria nata nel 1927 di Georges Lemaitre (1894-1966), un sacerdote belga che ha studiato astrofisica e si è interrogato sul Big Bang come origine dell’essere. Lemaitre ha sviluppato un concetto che mi è sembrato interessante, ma non mi ha convinto del tutto. Rimaneva aperta la domanda su ciò che c’era prima del Big Bang. Fra 2006 e 2012 ho elaborato i miei concetti sull`argomento della coscienza. Nel 2012 ho sviluppato una mia prima idea filosofica di come ci si potrebbe immaginare il NIENTE. Nel 2016 mi è capitato tra le mani un libretto scritto da un prete cattolico di Norimberga, Harald Günther, è intitolato “Come lo spirito tramite la materia diventa l’anima”. Questo libretto mi ha rivelato il collegamento mancante nelle mie considerazioni tra il materiale e l’immateriale. Ultimamente i lavori del fisico tedesco Karl Friedrich von Weizsäcker (1912-2007) sull’elemento base del cosmo, mi hanno confermato le mie ipotesi. Lui chiamava per la prima volta ciò che è preesistente al big bang: “Quantum Bit”, la più piccola unità esistente nel cosmo. Lo stesso tema è stato poi trattato anche dallo statunitense Archibald Wheeler (1911-2008) con risultati analoghi anche se non identici circa 2 anni dopo. Più recentemente il fisico tedesco Görnitz e sua moglie, psichiatra, hanno scritto un libro sull’informazione primordiale che non ha significato né senso, ossia su ciò che è all’origine dell’universo. Entrambi sono arrivati alla domanda cruciale sull’esistenza dello spirito. La stessa domanda è stata posta nel 2016 durante una conferenza di astrofisica quantistica presso l’università di Costanza (fisica delle particelle elementari e astrofisica), dove il fisico Prof. Dr. Gerd Ganteför di Düsseldorf è giunto alla conclusione che quando si arriva ad un certo punto nella ricerca sulle origini del cosmo, bisogna per forza abbandonare le formule matematiche ed entrare nella filosofia. Sembra che il punto cruciale sia racchiuso nel “come sia possibile che si auto – crei il tutto dal niente”, con o senza un atto cosciente di una libera volontà.

Comunicava anche ad altri i risultati delle sue riflessioni?
Certo. Ho persino tenuto una relazione sulle origini dell’anima in una chiesa evangelica di Monaco. Ero un po’ preoccupato perché temevo che le mie teorie potessero risultare troppo ‘eretiche’, ma ho trovato un pubblico molto interessato e partecipe.
In anni più recenti una scoperta scientifica ha dato nuova linfa alle mie ricerche, voglio parlare delle onde scalari. Nel 2014 l’istituto di ricerca Helmholtz (materiali ed energia) di Berlino ha confermato l’esistenza di un cosi detto “magnete monopolo” che fornisce l’ultimo elemento per il riconoscimento della terza equazione del postulato di 8 equazioni del fisico e matematico James Clerk Maxwell su quale si fondano le leggi della elettrodinamica (1892). Questa scoperta è la conferma dell’esistenza delle onde elettromagnetiche scalari che fungono da collegamento per così dire tra i nostri tessuti materiali e la matrice cosmica immateriale. Questo postulato è stato riconfermato dal professor Konstantin Meyl ad una conferenza sulla bio comunicazione, tenuta al congresso mondiale di genetica a Pechino due anni fa. Così come il corpo trasmette un segnale elettromagnetico con onde hertziane, questo segnale viene trasformato poi in vicinanza delle strutture ricettive organiche (aminoacidi), simile ad un’antenna in onde scalari. In pratica le onde scalari possono accendere o spegnere le funzioni delle singole molecole.
Purtroppo le radiazioni millimetrali come il 5G oppure i nostri router WLAN interagiscono con le onde scalari… Questa comunque è un’altra faccenda. In questo momento vorrei concentrarmi sul modo in cui agiscono le onde scalari e che potrei riassumere così: noi abbiamo una struttura neuronale che usa onde frequenziali di Hertz per trasportare informazioni, da queste onde di Hertz, si generano poi nelle strutture terminali (come antenne organiche) le onde scalari. Soltanto queste ultime sono in grado di interagire con la matrice quantica così come con i processi molecolari vitali.

Torniamo al tema della tecnica QIMB
Per tornare alla mia tecnica QIMB , le onde scalari agiscono a livello di Qbits e le regole matematiche confermano, per quanto è possibile con i metodi esistenti oggi, che i Qbits sono la più piccola unità esistente nel cosmo. A quanto affermano gli scienziati, il cosmo sarebbe iniziato con un solo Qbit che avrebbe contenuto 30 miliardi di anni luce di informazione. Poi questo Qbit avrebbe cominciato a dividersi e ciò avrebbe dato inizio alla creazione. Curiosamente sembra che i Qbits diventino sempre più piccoli a mano a mano che il loro numero cresce e con il loro numero aumenta la quantità dell’informazione e diminuisce l’energia per Qbit.
Un altro fatto fondamentale è che la nostra coscienza non esiste senza percezione. Il principio è che qualsiasi coscienza ha bisogno di percezione. Se non posso percepire, non posso sviluppare coscienza, né in senso conscio, subconscio, inconscio e neppure superconscio. Quindi, prima della coscienza di qualsiasi cosa ci deve essere stato qualcosa chiamato Percezione. A questo punto ci si deve chiedere: quando esisteva solo quel Qbit primordiale che conteneva tutto, chi ha percepito la sua esistenza? Questa domanda equivale a chiedersi: chi è Dio? Deve esserci stato per forza qualcosa che era in grado di percepire in maniera inconscia. Invece il passo al “sé” nasce dal subconscio che forma poi il conscio, senza necessariamente dargli un significato o un senso. Soltanto con la formazione del superconscio si riesce a creare dando “senso” e significato a quello che viene percepito.

È un concetto molto difficile da comprendere ma, per farmi un’idea mi collego alle scienze tradizionali come la Kaballah.
Certamente. Richiama la Kaballah, i testi vedici dell’induismo e altre antiche cosmogonie. Solo che mi pare che due o tremila anni fa le parole per descrivere certi processi molto astratti erano meno chiare, si doveva ricorrere per forza alla metafora. Oggi abbiamo la possibilità di creare nuove parole per descrivere questi processi e probabilmente fra duecento anni avremo un altro linguaggio che permetterà di formulare ancora meglio la spiegazione. A quel punto ci sarà più informazione e anche i mezzi per descrivere questa informazione saranno più precisi. Comunque la percezione ha un ruolo fondamentale nella creazione dell’universo. E questo concetto della percezione ha a che fare con il metodo QIMB.

In che modo?
Ad un certo punto della mia vita mi sono detto: se sono in grado, con un impulso mentale di far percepire qualcosa di diverso ad una persona, o ad un animale, la sua reazione cambierà perché vedrà le cose sotto un’angolazione nuova. Quindi gli scudi o gli emblemi che ho sviluppato contengono informazioni che portano a una nuova e ampliata qualità di percezione. Si tratta insomma di un nuovo input che invita la persona a interrogarsi su ciò che può fare con questa nuova situazione. Personalmente non intervengo per influenzare la persona, quindi non manipolo, la invito solo a percepire in modo diverso.

E se la persona non percepisce nulla?
In realtà, dato che non vi è coscienza senza percezione, il solo fatto di negare la percezione di qualcosa equivale ad accettarne l’esistenza poiché altrimenti non vi sarebbe bisogno di negazione. Quindi la percezione è fondamentale per le persone in qualsiasi situazione della vita. Quando una persona si trova in una situazione critica ha spesso l’impressione di aver perduto la percezione del mondo. Se un impulso dato con uno di questi emblemi/scudi le permette per così dire di riaprire gli occhi e di guardare, è possibile che la persona entri in un nuovo ciclo di vita. Tutte le informazioni portano a una diversa percezione nella qualità e non nella quantità. Se vedo un fiore forse ne vedrò meglio i colori, forse ne sentirò meglio il profumo oppure mi scalderà il cuore. Ma se mi sono anestetizzato con stimolanti come alcool e droghe oppure se  sono imprigionato da fissazioni mentali, non sarò libero e aperto per i cambiamenti e non mi accorgerò di questa nuova percezione. Ma lo stesso sarà iniziato un cambiamento. Questo è ciò che fanno gli emblemi e gli scudi.
Per fare alcuni esempi: l’applicazione dell’emblema Metamorfosis porta a un cambiamento strutturale, mentre Transformation favorisce un mutamento mentale e spirituale. Lo schema che riguarda la famiglia amplifica la percezione del valore dei legami familiari. Fa quindi vedere che la situazione è forse difficile ma fa anche percepire le proprie responsabilità e forse può condurre a trovare una via d’uscita dai conflitti.
Lo stesso vale per i rapporti con il partner.
Anche gli scudi per le difese immunitarie, o contro l’elettrosmog lavorano con la percezione. In altre parole quando il mio corpo riceve un segnale, lo scudo lo aiuta a distinguere ciò che ha senso per lui da ciò che non ha senso. Ciò che non ha senso viene deviato perché il corpo lo riconosce come qualcosa di estraneo. Lo stesso vale per lo scudo antivirus. Il virus è un campo elettromagnetico che al microscopio è percepito come un oggetto rotondo, ma in realtà è una nuvola elettromagnetica che ha una sua frequenza. Ora, se il corpo diventa ricettivo a questa frequenza a causa di un’alimentazione sbagliata, di una malattia, degli effetti secondari di medicamenti, dello stress o altro ancora, il soggetto si ammala, mentre un’altra persona che respinge la frequenza perché sta bene e ha una buona energia, resterà immune.
Quindi si tratta di un altro principio attivo rispetto ad esempio agli apparecchi contro l’elettrosmog che lavorano con le onde hertziane.

Come viene trasmessa l’informazione all’immagine?
Nel mio computer esiste un software specifico con un algoritmo che fa sì che una programmazione di un emblema o scudo venga trasmessa ventiquattr’ore su ventiquattro nella Matrice Quantica (Protyposis), ma il tramite rimango sempre io. Sono io che creo questa informazione scritta ed è la mia coscienza che fa ponte nella Matrice e così viene portata ad altre persone che vogliono partecipare. In sostanza queste persone reagiscono un po’ come la coscienza mondiale quando un gruppo di preghiera si unisce per elevarne il livello. Probabilmente grazie a un dono che ho fin da bambino mi posso connettere con la Matrice. Io creo un’input, dò un’informazione alla matrice quantica e ogni persona che si collega con il mio sistema può aggrapparsi per così dire a questa informazione. A quel punto l’informazione comincia a lavorare in lei cambiando la sua percezione e di conseguenza il suo modo di agire.

Quando le è nata questa idea?
Queste cose con gli scudi e emblemi mi sono arrivate negli ultimi quattro o cinque anni, ma il concetto della programmazione quantica come campo mentale è nata nel 2006. Ho cominciato a creare un primo schema e poi via via ne sono seguiti gli altri. Ho impiegato parecchio tempo per appurare se questi sistemi erano veramente efficaci. Per tanti anni ho fatto numerosi test con persone volontarie che però non sapevano che cosa avevo programmato nell’applicazione o nello scudo e che ciò nonostante, mi hanno confermato che gli effetti erano quelli voluti.

Lei programma per ogni singola persona?
No. Esistono formule globali. Prendiamo l’esempio dello schema che ottimizza la capacità di esprimere le emozioni. Io non specifico quali emozioni devono venire espresse, ma se la persona ha un’emozione inespressa, comincerà a esprimerla nel contesto della sua vita. In questo modo io non manipolo la persona, ma le do la libertà di esprimere le sue emozioni, tutte le sue emozioni nel modo migliore per lei. Le do la possibilità di fare un passo e questo può portare a cambiare le situazioni, come dicevamo. La vita, se non è dinamica diventa triste. La vita è un crescere in continuazione con alti e bassi, in un equilibrio dinamico labile. Come la gestiamo dipende molto dalla nostra capacità di percepirla e QIMB dà  modo di viverla al meglio.

Per saperne di più consultare il sito: www.qimblife.ch

Comments are closed.