Coscienza e realtà multidimensionale

Coscienza e realtà multidimensionale


Tra il 19 e il 21 maggio scorsi si è tenuto a Miami il secondo congresso dell’IAC, l’Accademia internazionale che da anni promuove lo studio del rapporto tra coscienza e realtà sotto un profilo non materialistico anche se rigorosamente scientifico.

Tra i relatori figuravano vari scienziati, noti per le loro ricerche in netto contrasto con il paradigma imperante. Il congresso inoltre ha voluto onorare in modo particolare il fisico Robert G. Jahn e la psicologa Brenda J. Dunne, fondatori negli anni Settanta del PEAR (Princeton Engeneering Anomaly Research), un laboratorio dell’università di Princeton le cui ricerche hanno contribuito in modo significativo (e anche rivoluzionario) alla conoscenza del rapporto tra coscienza e oggetto.

Se né Jahn né Dunne sono stati tra gli oratori di questo congresso(Brenda Dunne aveva tenuto un’affascinante relazione due anni fa al congresso europeo, in Portogallo) in compenso non sono mancate le conferenze strettamente teoriche come quella del biologo Stuart Kauffman che ha proposto una nuova interpretazione della meccanica quantistica per risolvere il problema della non-località della coscienza, o quella del filosofo italiano Riccardo Manzotti sul rapporto tra cervello e realtà oggettiva. Provocatorio l’intervento del filosofo Bill Meacham che ha invitato ad usare una terminologia più precisa in quanto, secondo lui, la parola “coscienza” è ambigua e si presta a troppi malintesi.

La teoria del “multiverso”, ossia di una realtà a varie dimensioni che coesistono a nostra insaputa, ha ispirato alcuni dei relatori e tra questi il sociologo Simeon Hein che ha sostenuto l’ipotesi secondo cui certi problemi mentali potrebbero nascere da un accesso involontario ad altre realtà anziché da allucinazioni. Pure di realtà molteplici si è occupato il fisico italiano Massimiliano Sassoli de Bianchi, mentre il suo collega e connazionale, Federico Faggin ha affrontato il rapporto tra coscienza, realtà e cibernetica, sottolineando l’imprescindibilità dell’intuizione nel rapporto umano con il mondo, un fatto che, ha affermato Faggin, esclude la possibilità che vi siano un giorno computer in grado di creare e di sentire come gli esseri umani.

Se queste relazioni e altre ancora sono state come detto prevalentemente teoriche e volte a gettare le basi per una nuova interpretazione scientifica della realtà, non sono mancati gli interventi di natura più pratica, come quella dei fisici Beverly Rubik e Harry Jabs che hanno presentato un apparecchio in grado di quantificare i fotoni emessi dal corpo durante la meditazione, le guarigioni spirituali, lo yoga ecc.

Le bioenergie sono un altro dei temi cari all’IAC e di questo argomento ha parlato anche uno dei fondatori dell’Accademia, Wagner Allegretti, che da anni conduce una serie di esperimenti con mezzi di indagine quali la Risonanza Magnetica Nucleare sulle variazioni delle bioenergie negli stati di coscienza non ordinari.

Altro argomento affascinante è stato ovviamente quello della natura stessa della coscienza e del suo viaggio tra vita e morte. Tre ricercatori statunitensi, lo psicologo Kenny Arnette, l’informatico Robert Mays e la musicista Suzanne Mays che da anni studiano le visioni di premorte (NDE) e altri fenomeni legati alla morte, hanno sostenuto che la coscienza individuale continua ad esistere anche dopo il distacco dal corpo fisico.

Di NDE ha parlato anche il cardiologo olandese Pim van Lommel, il quale ha smentito quanti affermano che le visioni avute da alcune persone durante un arresto cardiaco sarebbero dovute unicamente ad un’attività del cervello e influenzate dalle credenze personali e culturali.

Affrontare il tema della morte non poteva non portare anche a un indagine sulla reincarnazione. L’ipnoterapista ungherese Viktoria G. Duda ha parlato dei benefici della regressione alle vite precedenti a fini evolutivi, presentando una serie di casi. Lo psichiatra statunitense Jim B. Tucker ha illustrato invece la ricerca che viene condotta da vari decenni all’Università della Virginia sui ricordi di vite precedenti in bambini molto piccoli. Tucker e il suo predecessore, Ian Stevenson hanno condotto indagini in Asia, dove il concetto di reincarnazione è accettato. In seguito Tucker ha esteso l’area di ricerca anche agli Stati Uniti, dove invece le credenze scientifiche e religiose sono contrarie, ma dove comunque lo scienziato ha riscontrato casi di bambini che ricordano altre vite con impressionante precisione, tanto che a volte è persino possibile risalire all’identità della precedente incarnazione.

Ancora di bambini ha parlato Nanci Trivellato, una delle fondatrici dell’IAC, che ha lanciato un appello per uno studio più approfondito e una migliore comprensione dei bambini che vivono fenomeni parapsicologici.

Prima di concludere, vorrei accennare a un altro approccio alla multidimensionalità comprendente il contatto con le intelligenze non umane. Questa visione piuttosto insolita del tema UFO è stata presentata da due studiosi americani: Rey Hernandez e Robert Davis che hanno sostenuto la tesi dell’intelligenza olografica già illustrata da studiosi quali David Bohm per spiegare l’accesso ad altre dimensioni .

 

 

 

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