Una realtà multidimensionale
Recentemente ho assistito alla proiezione di un documentario di Andrea Canetta sulle esperienze di premorte (NDE). Il film stesso e la breve conferenza che ha fatto seguito alla proiezione mi hanno colpita e ho chiesto al regista di parlarmi dei film che realizza su questi argomenti e della spinta interiore che lo ha portato a interessarsi a temi del genere.
“Negli anni” – mi ha risposto-“ mi sono reso conto che i miei interessi principali formano in un certo senso un intreccio: ciascuno di essi ha una sua particolare caratteristica, ma tutti sono in armonia gli uni con gli altri. In un primo tempo ho esplorato il gesto umano nella sua artisticità. Questa apertura all’arte è un’eredità familiare: mio padre, Alberto Canetta, è stato attore, regista di teatro e produttore di prosa radiofonica. Aveva quindi un suo particolare modo di esplorare il linguaggio teatrale. Recentemente, mentre stavo girando un documentario su Nicoletta Gay, una psicologa che ha intrapreso anche la via sciamanica e che anni fa aveva fatto un’esperienza teatrale sotto la guida di mio padre, mi sono sentito dire da lei che lo considerava come il suo primo maestro nell’arte di percepire le energie. In altre parole, grazie alla consapevolezza acquisita con il suo percorso ulteriore, Nicoletta aveva sentito l’archetipo sciamanico nel modo di lavorare di mio padre.”
Lui era consapevole di questo suo modo di lavorare?
Diciamo che sentiva la sacralità artistica. Aveva, e mi ha trasmesso, un grande rispetto nei confronti dell’arte autentica. Era estremamente intuitivo, ma anche molto razionale nell’elaborazione dell’intuizione. Inoltre non aveva mezzi termini quando escludeva dallo spazio sacro dell’arte tutta una serie di eventi. Oggi si potrebbero riassumere queste sue prese di posizione dicendo che la popolarità non è l’artisticità.
L’artista dovrebbe idealmente avere un ruolo di tramite tra la sacralità e il pubblico?
Si, quando il gesto artistico, anche primario, riesce ad evocare contemporaneamente il qui e l’altrove, il tangibile e l’ineffabile. Si tratta, in qualche modo, dello spiraglio che si apre sulle altre dimensioni in modo fruibile e accessibile.
Oggi, mentre si direbbe che l’arte si sia allontanata dalla sacralità, assistiamo a un avvicinarsi della scienza al sacro.
È vero. Ungaretti, verso la fine dei suoi anni, aveva previsto che la poesia e l’arte sarebbero passate in un certo senso in secondo piano, mentre sarebbe arrivata la grande epoca della scienza. Ci sono in effetti dei singoli narratori che vedono la potenzialità del linguaggio della scienza rispetto a certi fenomeni fino ad ora piuttosto negletti dal paradigma scientifico dominante. Bisogna dire che anche in passato ci sono stati momenti in cui la scienza ha fatto passi in questo senso. Nell’Ottocento ad esempio, con le ricerche sul mesmerismo e lo spiritismo. Poi il fenomeno è rientrato per ricomparire oggi sotto altre forme. Personalmente sono convinto che né il linguaggio scientifico, né il metodo scientifico in sé siano inibitori di certe esplorazioni. Penso semplicemente che molto dipende da come il paradigma scientifico viene usato dagli uomini. Recentemente, parlando con la scrittrice Anne Givaudan, che conosco bene e con la quale ho un rapporto d’amicizia, ci siamo detti che oggi guardiamo alla scienza un po’ come nel Medioevo si guardava alla religione: se una cosa è scientificamente provata va bene, se non lo è allora non esiste. Questo tipo di dicotomia è molto condizionante e va superata. Riflettendo su questo tema mi è tornato in mente un esame universitario che ho dato e che gli scienziati solitamente non danno: l’esame di epistemologia. L’epistemologia è quella disciplina che studia il metodo di ragionamento, in particolare il metodo di ragionamento scientifico. Ma anche se l’epistemologia non fa parte del programma di studi scientifici, nondimeno le menti più brillanti e più oneste fra gli scienziati ammettono che la ricerca è diretta da un’induzione probabilistica. In altre parole la scienza esatta non esiste. D’altro canto a volte mi dico che le nostre leggi scientifiche sono comunque rapportate a un singolo pianeta e a un’atmosfera ben precisa. Tutti noi ormai abbiamo in un certo senso guardato fuori dalla finestra e quindi dovremmo relativizzare e allargare un po’ il respiro.
Nel corso della conferenza che ha fatto seguito alla proiezione del tuo documentario, hai accennato al fatto che i servizi segreti sia russi che americani hanno usato, e probabilmente usano ancora, agenti dotati della capacità di vedere a distanza. Ciò significa che certe facoltà, negate dal paradigma scientifico ufficiale, sono però riconosciute e persino usate in segreto?
Il gioco delle apparenze è fondamentale per ingannare la mente, la quale a sua volta costruisce dei giochi di inganno dell’anima. Si tratta di un argomento molto vasto. Credo che ci sia su questo pianeta un grosso scontro per il reale possesso delle ricchezze intese in tutti i sensi. Questo scontro non riguarda solo le potenze che noi vediamo e che devastano la terra per desideri di egemonia geostrategica o per approvvigionamento… Queste sono riflessioni mie, non le sto vendendo come verità assolute. Comunque mi interrogo spesso su ciò che tende a bloccare l’espansione spirituale e l’armonia e la condivisione fra gli uomini. In questo senso credo che il lavoro di Mauro Biglino offra degli spunti di indagine interessanti.
Potresti spiegare in che cosa consiste questo lavoro.
Biglino, attraverso il metodo di traduzione letterale interlinea dall’ebraico della Bibbia, ha messo in discussione millenni di dogmi. Considero le sue tesi molto razionali.
Quale è la tesi di Biglino?
La sua tesi è in sostanza che la Bibbia non parla di Dio. Non sto dicendo che tutto ciò che lui dice sia verità assoluta, credo però che in questo momento della storia dell’umano sia importante esplorare quella via. La cosa diventa interessante se si agganciano queste indagini con le ricerche sulle civiltà assiro-babilonesi e sumere. Ormai anche le scuole ufficiali di studi biblici ammettono che le origini della Genesi biblica sono sumero-accadiche. Ora le tavolette sumero-accadiche dicono che l’essere umano sarebbe frutto di una manipolazione genetica. Quando sono andato a trovare Mauro Biglino ho visto che lavora con scienziati di altre branche, non necessariamente legate alla lingua ebraica. Così ad esempio, ha indagato sul perché della straordinaria bravura degli indiani in campo informatico e scientifico e ha scoperto che sono secoli che gli indiani studiano i Vimana nei Veda, e i Vimana sono semplicemente dischi volanti. Del resto anche le antiche culture centro-americane e sud-americane parlano di esseri venuti dalle stelle. Quindi questo approccio proposto da Biglino comincia ad avere una sua corrispondenza archetipica sul pianeta.
E questo come si pone rispetto alla questione della multidimensionalità e del suo rapporto con il potere?
In questo senso i pezzi del puzzle cominciano a incastrarsi e a far apparire un disegno logico, ossia l’ipotesi dell’esistenza di una alleanza di diversissime civiltà non terrestri, avanzatissime dal profilo tecnologico, ma afflitte da un problema gravissimo, molto più grave del problema che ha l’uomo. I primi segni di questa alleanza, secondo Biglino, risalgono a epoche anteriori alla Bibbia, attorno ai 200 000 anni fa, ossia prima dell’apparizione dell’homo sapiens. Sono state trovate in Sudafrica miniere d’oro a cielo aperto risalenti appunto a quell’epoca. Perché? Perché quegli esseri non possiedono quella che chiamano “la matrice punti luce” ossia l’anima e perciò hanno un problema di sopravvivenza e hanno scoperto che l’oro, monoatomizzato con una tecnologia particolare, ha la facoltà di interrompere il decadere dei telomeri che sono quella parte del DNA che controlla la longevità.
Questo oro monoatomizzato sarebbe l’oro alchemico, l’elisir di lunga vita?
No, perché l’oro degli alchimisti è la capacità di vibrare a tal punto da riuscire a sincronizzarsi con il proprio sé superiore. È l’equivalente di ciò che il lamaismo tibetano chiama “la morte arcobaleno”, quando l’essere si purifica a tal punto che il corpo scompare in una luce arcobaleno e non rimane che qualche capello e qualche frammento di unghia. Naturalmente anche tutto il processo del samsara e delle reincarnazioni viene superato. Nel caso degli esseri di cui parlavamo invece, si tratta di un processo puramente tecnologico che consente loro di vivere centinaia se non migliaia di anni.
Quindi gli umani sarebbero stati manipolati e verrebbero ancora usati per portare avanti questo progetto, ossia per procurare oro a quegli esseri?
Infatti. Nell’antichità più remota sembra che per estrarre l’oro venisse impiegata la classe militare inferiore di quelli che la Bibbia chiama gli Elohim. Questi esseri tuttavia iniziarono a ribellarsi e nacque pertanto la necessità di creare altri esseri, intelligenti quanto bastava per svolgere certi compiti, ma estremamente ubbidienti.
Se è vero viene da chiedersi come andrà a finire…
È comunque una battaglia persa in partenza per gli Elohim. Ci sono anche ipotesi secondo cui le dimensioni in cui vivono si restringono, che compaiono buchi neri… Ma non voglio entrare in queste ipotesi perché non ho gli strumenti esplorativi necessari per parlarne. Però un ricercatore che stimo molto, Corrado Malanga, afferma che non può non esistere un primo Creatore. Ci sarebbe un progetto originario per l’uomo. Secondo la primissima canalizzazione pleiadiana di Barbara Marciniak, il primo creatore era perfezione inconsapevole e volle diventare perfezione consapevole, ma per fare questo doveva anche fare l’esperienza dell’estrema densità. Così nacque il primo uomo: un essere perfetto, che però abusò dei propri poteri e così facendo creò le varie razze aliene che diedero vita a terribili battaglie nell’universo. Alla fine si giunse ad un accordo e tutte le anime che continuavano a essere riottose nei confronti dell’amore disinteressato vennero inviate sulla terra che divenne una sorta giardino d’infanzia educativo. Secondo certe teorie, che tengono conto dei tempi di apparizione di vita sulla terra rispetto alla storia dell’uomo, noi dovevamo evolverci molto lentamente, proprio per rieducarci, invece sono intervenuti gli incursori che hanno accelerato il processo per servire i loro interessi. Ora, tutti gli esseri che vibrano secondo l’armonia e l’amore disinteressato ci osservano, ci mandano qualche avatar, ma non possono fare il lavoro al posto nostro. Mentre il consorzio ombroso interviene direttamente, ci corrompe ci rende schiavi della nostra mente, dei nostri più bassi istinti. Dato che non riescono a sopravvivere fisicamente, sperano di sopravvivere usando la nostra memoria per immagazzinare i dati della loro esistenza nel tempo, o non disperano di riuscire, con manipolazioni genetiche, a creare un ibrido provvisto di anima ciò spiega il fenomeno delle “abduction” che è molto più diffuso di quanto si pensi..
Tutto ciò fa una certa paura…
Credo che se c’è un insegnamento da ricavare dalla paura è che dobbiamo rispolverare il coraggio. Dobbiamo avere fiducia nel nostro potenziale che c’è ancora. Dobbiamo capire che il nascere e il morire sono solo processi di trasformazione, non un inizio e una fine. Poi penso che il Primo Creatore ci sta aiutando. Arrivano onde evolutive tanto è vero che nella comunità scientifica e in tutti gli ambiti ci sono dei contributi di ricerche e di pensiero che aprono grandi vie. Pensiamo ad esempio a Bruce Lipton che ci dice che il pensiero può cambiare il DNA!