La spiritualizzazione della materia

La spiritualizzazione della materia

E’ un sentire diffuso che l’epoca che ci accingiamo a vivere sia quella prevista da antiche profezie, il tempo del grande cambiamento, di una purificazione che porta ad un processo di alchimia spirituale dato che un nuovo cielo ed una nuova terra si manifesteranno e quelli che vediamo adesso non ci saranno più Nella tradizione occidentale si è tramandato l’insegnamento alchemico introdotto dagli arabi nel medio evo europeo volto ad indirizzare l’umanità verso quello che oggi chiameremmo salto quantico con l’abbandono di una frequenza vibratoria e dello stato di coscienza ad esso connesso dato che, in effetti, la dimensione in cui viviamo e che consideriamo reale è strettamente collegata alla capacità di percepire dei sensi umani.
La fisica quantistica ci sta portando a capire paradossi espressi dai mistici di ogni tempo nelle loro visioni, come pure ad inquadrare la prigione in cui ci troviamo costretti, come la fanciulla rinchiusa nella torre- chiaro simbolo dell’anima umana- in attesa del cavaliere senza macchia e senza paura che la salvi, forse di Michele che con la lancia fissa il drago, le potenti energie del grande caos, dell’inconscio, del mondo tellurico, per permetterne il corretto utilizzo, quello che porta al tesoro di cui il drago, come insegnano le favole, è sempre il custode. Il mondo predeterminato della scienza newtoniana, misurabile ed oggettivo, pur sempre valido nello spazio-tempo, viene stravolto dalle regole che vigono nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande dove appare un campo di possibilità con nulla di determinato, ma addirittura interagente con l’osservatore che, energia nell’energia, determina il corso degli esperimenti.
Nell’universo che percepiamo con i nostri occhi ci pare di cogliere tanto vuoto e lo stesso se con l’ausilio di strumenti ci mettiamo ad osservare gli atomi, mentre l’antica sapienza ha tramandato che non vi è spazio vuoto, come riferiscono i Rosacroce del 1600 nel descrivere il rinvenimento del sepolcro di Cristiano Rosacroce. Non vi è spazio vuoto, ma allora ciò che non vediamo e che cogliamo come spazio è semplicemente esistente ad una frequenza vibratoria che i nostri strumenti umani non possono cogliere. Suppliscono i calcoli teoretici che ci forniscono la notizia che vediamo il 10% circa della materia, mentre il 90% ci appare oscura e così la definiamo perché troppo luminosa per noi esseri dotati di un corpo fisico per sperimentare nella densità accentuata dai nostri pensieri ed emozioni pesanti.
Gli insegnamenti tradizionali, quelli che costituiscono un unico fiume di conoscenza ora sotterraneo ed ora manifesto nell’ambito di una scuola dei Misteri, ci ha tramandato che l’uomo ha una costituzione settenaria, come tutto l’universo in cui viviamo, per cui oltre al livello fisico presenta quello eterico, fatto di energia, astrale, costituito dall’anima senziente, dal mondo emozionale, mentale soggettivo che vede il mondo condizionato dalle lenti colorate dell’emozioni. Oltre al quaternario in cui si identifica la personalità umana, vi è il ternario costituito dal mentale oggettivo, dall’intuizione-illuminazione, dallo Spirito in noi. Di questi aspetti, ognuno dei quali è diviso in ulteriori sette, noi vediamo il corpo fisico e qualche essere maggiormente dotato di sensitività, incomincia a percepire l’eterico e l’astrale, la famosa aura luminosa e dai colori cangianti legata alla condizione emotiva e di salute del momento.
Così si inizia a comprendere che l’uomo va molto al di là del suo corpo fisico e che altri elementi sottili lo mettono in collegamento con l’universo intero. Lo sviluppo della capacità di percepire oltre la materia induce a ritenere che l’uomo stia diventando multisensoriale con il conseguente cambiamento dei suoi schemi ordinari in cui ha canalizzato la sua visione del mondo e la sua maniera di affrontare le provocazioni della vita. Insomma sta cambiando la coscienza umana e con essa la realtà che cogliamo. Già, perché sempre la scienza ci pone di fronte al concetto di orizzonte degli eventi costituito da due coni che si toccano per il vertice, lì dove ci poniamo noi come osservatori nel presente, mentre il cono dietro di noi è il passato e quello davanti è il futuro: l’orizzonte degli eventi è il limite della nostra capacità di osservare perché oltre, nella materia oscura, la frequenza vibratoria è superiore a quella della luce per cui non riusciamo a coglierla arrivando all’assurdo di chiamare oscurità la luce e luce l’oscurità.
Nelle nostre tenebre venne la Luce a cui allude il prologo del vangelo di Giovanni e le tenebre non l’hanno accolta quando permette a chi si apre ad essa di ridivenire figli di Dio, di acquisire coscienza di esserlo trasfigurando la materia umana. Sull’orizzonte degli eventi, come su di uno schermo proiettiamo i nostri film prendendoli per realtà mentre ciò che cogliamo, non solo è luce riflessa, cioè la parte di luce non assorbita, ma è anche un reticolo elettromagnetico, pensiero proiettato e “congelato”, abbassato di frequenza, quello che gli antichi indiani chiamavano velo di Maya, ovvero illusione. Alla limitata capacità di cogliere la realtà che ci circonda corrisponde il parziale utilizzo del cervello al solo 10 %, condizionato dal sistema binario del suo funzionamento e dall’essere separato dal corpo calloso in due emisferi di norma non comunicanti affatto. La mente umana attuale conosce attraverso gli opposti avendo bisogno del caldo per comprendere il freddo e del maschio per distinguerlo dalla femmina… ; per di più è schiava delle emozioni che sono molecole informazionali (neuro-peptici) che colorano il mondo ed intossicano l’anima che diviene una macchina dalle emozioni meccaniche condizionate dai solchi in cui le abbiamo incanalate sin dalla primissima infanzia.
Gli alchimisti con i loro testi di difficile comprensione si rivolgevano ad un’altra forma di conoscenza, quella espressa dalla mente analogica che, a differenza di quella dualistica, non pone gli eventi in una successione temporale, ma li ricollega agli archetipi. Sono sempre più le persone che incominciano ad usare la mente analogica, cogliendo la sincronicità dell’universo per cui il cervello umano sta sviluppando nuove capacità recuperando almeno parte del 90% non utilizzato. Ormai in più ambienti si parla dei “bambini Indaco”, che stanno nascendo nella nostra epoca, dotati di facoltà per noi eccezionali ed intelligentissimi: una nuova umanità si sta manifestando per aiutare la precedente a compiere il salto di coscienza profetizzato dai tempi più antichi e per il quale scuole misteriche di ogni epoca hanno tramandato insegnamenti un tempo destinati a pochi, ma ora a tutta l’umanità, perché questa volta il passaggio dimensionale sarà collettivo.
Nella tradizione occidentale che più da vicino ci riguarda, si è tramandato l’insegnamento della morte e della rinascita, da vivere in maniera totale, lasciando andare tutto ciò a cui come esseri umani ci aggrappiamo. Perché si possano aprire le porte del regno occorre essere a mani vuote, senza attaccamenti e senza le paure che soggiacciono alle maschere con cui abbiamo difeso la nostra vulnerabilità. La tradizione pura dell’occidente come tramandata dai Rosacroce, ultimo anello della catena dei Misteri Cristici, riferisce che la creatura caduta nella materia per sperimentare in essa, reca in sé un residuo della condizione divina originaria: un atomo- scintilla o “rosa del cuore”, un vero e proprio elemento igneo nella più densa materia della terza dimensione, dalla cui attivazione dipende la condizione di ricercatori aspiranti al divino, ad una dimensione che non è di questo mondo.
Aspiriamo a più luce, quella che non vediamo con i sensi ordinari, ancora più vibrante di quella materia oscura che con un diverso atteggiamento mentale potremmo iniziare a cogliere come avviene ai tanti soggetti dotati di chiaroveggenza psichica che dovrà sfociare nella chiaroveggenza spirituale. L’insegnamento alchemico che i Rosacroce hanno ripreso nel suo aspetto più elevato suggerisce che nella materia vi e la potenzialità di una trasformazione per cui il piombo può divenire oro. La materia vergine, ovvero autofecondantesi, senza bisogno di intervento esterno, può generare in sé la luce che la trasfigurerà fino a renderla “assunta in cielo”. Il riferimento a termini cari all’esoterismo medievale, ma presenti con lo stesso simbolismo negli antichi egizi (cfr. mito di Iside ed Osiride) ci suggerisce una chiave di letture della cattedrali gotiche dedicate a Notre Dame ed alla conoscenza in esse confluita quali crogioli alchemici di trasformazione.
Le meravigliose costruzione sorte quasi contemporaneamente sul suolo europeo probabilmente grazie ad una conoscenza riportata dai Templari, definiti dal loro contemporaneo Wolfram von Eschembach quali custodi del Graal, recano nel loro simbolismo il messaggio della spiritualizzazione della materia espressa da Maria, la vergine che concepisce un bambino di luce, poi assunta in cielo. Nel medioevo vi era una tensione soprannaturale, come un’attesa messianica di una irruzione del divino nell’umano: a livello popolare, grazie soprattutto all’azione degli Spirituali francescani, si spiavano i segni di un rinnovamento totale, quello profetizzato da Gioacchino da Fiore, monaco calabrese morto nel 1202, che aveva previsto per il 1260 l’ingresso dell’età dello Spirito, – succeduta a quelle del Padre e del Figlio-, introdotta da un papa angelico con il quale la chiesa carnale corrotta ed impura avrebbe lasciato il posto alla Chiesa Spirituale, la comunità dei fedeli illuminati dalla Spirito e dunque dotati di conoscenza e discernimento.
Quando nel 1294 fu eletto al soglio pontificio, con il nome di Celestino V (Celestino III aveva riconosciuto l’ordine di Gioacchino da Fiore) Pietro Angeleri, un povero eremita molisano considerato santo già in vita, tutti videro in lui il papa angelico della profezie: nel suo breve pontificato terminato con la sua rinuncia per non essere i tempi ancora maturi per l’età dello Spirito, compì atti rivoluzionari per l’epoca, come concedere nella Basilica in cui volle essere incoronato, S. Maria di Collemaggio nella città dell’Aquila sorta da qualche decennio, la concessione del perdono dalle pene e dalle colpe per tutti coloro che vi si fossero recati con l’animo riconciliato, il giorno della decollazione del Battista da Celestino scelto per la sua incoronazione. Si tratta del primo giubileo cristiano, gratuito e rimesso al compimento di atti che ogni cristiano, di qualsiasi ceto poteva e può decidere di compiere. All’improvviso con la rinuncia di Celestino, con la distruzione dell’ordine del Tempio, con l’azione dell’Inquisizione, si chiude l’epoca della grande attesa dell’età dello Spirito, rimandata di oltre 700 anni, proiettata verso una umanità in grado di raccogliere i frutti originati dai semi lanciati da Celestino, Templari ed altri preparatori del momento della grande messe.
Arriviamo ai tempi dell’attesa- ancora una volta- dell’età dell’acquario, del cambiamento totale ed il messaggio del Perdono del papa eremita e la conoscenza templare della spiritualizzazione della materia acquistano la valenza di una preziosa eredità da cogliere. Il perdono scioglie i nodi, alleggerisce l’anima dai risentimenti, colma le voragini che separano gli uomini tra loro ma anche aspetti contrastanti in ogni essere umano; viene a costituire il presupposto indispensabile, la purificazione per il salto dimensionale, con l’aiuto di una Energia di fuoco (purificazione ha la radice di Pur, in greco= fuoco) che scuote la dimensione della materia sollecitandola, come il fuoco sotto gli alambicchi degli Alchimisti.
Una energia potentissima scuote la terra che sta aumentando la sua frequenza, come hanno rilavato gli esperti, mentre il magnetismo terrestre, che ci lega alla terza dimensione, sta diminuendo fornendo una grande opportunità per “sollevarsi”, cioè per cambiare frequenza vibratoria, ed ognuno reagisce secondo la preparazione che ha avuto dalla vita, alcuni mettendosi in sintonia con l’energia di fuoco, altri compiendo atti inconsulti, impazzendo senza un motivo apparente. L’atmosfera terrestre sta accogliendo l’energia della trasformazione ed il nostro pianeta ne viene “iniziato” per cui è importante rispettarlo e mettersi in sintonia con esso. Il vecchio tempo “sta precipitando” come suggerisce il calendario Maya che ci colloca nel “non tempo” perché stiamo cambiando, con tutta la terra, dimensione, stiamo entrando in un universo più luminoso privo della densità della materia, semi-eterico, dove dovremo fare i conti con le paure che hanno minato la nostra sicurezza. Infatti nella quarta dimensione ogni pensiero si materializzerà con facilità, non essendoci l’ostacolo della densità della materia che costituisce anche una protezione.
Allora i mostri creati dalle nostre paure appariranno minacciosi abbassando il livello vibratorio e minacciando il facile passaggio da una dimensione pesante ed oscura ad una luminosa; la trasfigurazione di Gesù e la resurrezione con l’energia che l’ha resa possibile, sono un anticipo di ciò che succederà al nostro stesso corpo liberato della sua densità. Molte voci captate da sensitivi che si dicono a contatto con i Maestri ascesi, parlano di un periodo terribile di transizione, di purificazione, reso breve grazie ai giusti, come suggeriscono i Vangeli e di cui ha profetizzato anche Pio da Pietralcina invitando a non guardare nemmeno fuori della finestra: sembra che ciò avverrà in tre giorni, in cui non vedremo sorgere il sole ed il campo elettromagnetico collasserà probabilmente con l’inversione dei poli magnetici (già in atto secondo l’Istituto di fisica terrestre di Parigi): non si sa con certezza come avverrà perché possono esserci varianti legate alle condizioni dell’umanità ed a fattori planetari.
Attenendoci agli insegnamenti tradizionali, si tratterà di un passaggio dalla coscienza dualistica a quella cristica dell’Unità in cui vedremo ciò che adesso ci è inibito e comprenderemo quel che ora è avvolto nel mistero e tutto avverrà attraverso l’eterico purificato che ricevendo l’energia dello Spirito, diventerà un corpo di Luce. Due dimensione cominceranno a sovrapporsi e si attraverserà il vuoto, il passaggio dimensionale. Intanto l’umanità deve prepararsi alleggerendosi del suo bagaglio; senza sforzo si abbandonerà l’alimentazione carnea, i vizi che danneggiano l’eterico, come il fumo, si sarà più consapevoli della creatura di Luce che stiamo portando in gestazione, sviluppo di quella scintilla custodita, secondo l’insegnamento tradizionale, nel cuore umano. Intanto- e questo è un messaggio personale- gli antichi luoghi sacri, individuati dalle cattedrali gotiche, da S. Maria di Collemaggio e da monumenti megalitici o comunque con valenza sacrale come Castel del Monte di Puglia, si stanno riattivando per creare una sorta di passaggio del cielo in terra, una terra intermedia dove la sottoposizione ad energie di Luce bianca e nera, celesti e telluriche, prepara i corpi ed inizia il nostro pianeta.
Se così è comprendiamo l’eredità che tutti i tempi ci hanno lasciato ed in particolare, per l’Occidente, il medio evo: Celestino ed i Templari hanno tramandato gli insegnamenti necessari ed i luoghi sacri di preparazione al passaggio. Probabilmente ci sono tante porte dimensionali sul nostro pianeta, tanti posti custodi del Graal che è etimologicamente la pietra splendente, la pietra filosofale.

Maria Grazia Lopardi

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