Una nuova visione dell’universo e dell’essere umano

Una nuova visione dell’universo e dell’essere umano

Ervin Laszlo

Sarà in libreria nel prossimo mese di luglio “Guarire”, la versione italiana del libro scritto a quattro mani dal filosofo e studioso ungherese Ervin Laszlo, fondatore del Club di Budapest,  e dal dottor Pier Mario Biava, medico e ricercatore, noto per il suo interesse rispetto al rapporto esistene fra cancro e differenziazione cellulare.
In questo saggio, uscito precedentemente in inglese con il titolo “Information Medicine” e tradotto da Silvia Nerini per Enea Edizioni, i due autori sostengono l’affascinante ipotesi già suggerita negli ultimi decenni del secolo scorso dai lavori del fisico David Bohm. Bohm ipotizza infatti che all’origine dell’”ordine esplicito” esistente nell’universo vi sia un’ informazione, ossia un “ordine implicito”.
In altre parole, il libro sostiene che l’universo  non sia una “macchina” un sistema puramente meccanico, fatto di materia, ma che sia al contrario una sorta di rete cosmica che funziona ed è interconnessa grazie alle informazioni di cui è portatrice.
Ciò che vale per l’infinitamente grande vale anche il corpo umano. Infatti i due autori dimostrano come una concezione “informazionale” del mondo possa tradursi, a livello medico, in una nuova visione della guarigione, fornendo la base di un nuovo approccio alla malattia, in particolare per quanto concerne il trattamento del cancro e delle malattie degenerative quali la sclerosi a placche e la sclerosi multipla. Questo approccio opera in concerto con il codice epigenetico, ossia con l’insieme delle informazioni che programmano il funzionamento e la crescita di ogni cellula vivente.
Gli autori  spiegano come la crescita tumorale e le disfunzioni cellulari siano in realtà dovute a disconnessioni nella rete informazionale di un organismo.
Viene poi descritto come l’innovativa ricerca del dottor Biava sui fattori di crescita e differenziazione delle cellule staminali possa offrire una soluzione in quanto questi fattori, detti (SCDSF), possono fungere direttamente da regolatori epigenetici per riconnettere le cellule sfuggite alla rete informativa dell’organismo  e riprogrammarle in modo che possano riprendere a funzionare normalmente.
Le ricerche del dottor Biava si sono già dimostrate efficaci nella riprogrammazione e nell’inibizione delle cellule cancerose  nel corso di studi clinici su pazienti con tumore al fegato in stadio avanzato, come pure in una serie di studi in vitro su sette diversi tipi di tumori. Gli SCDSF hanno evidenziato effetti promettenti anche nella terapia di patologie croniche come la psoriasi e le malattie neurodegenerative. Queste ricerche permetteranno inoltre di sviluppare nuovi metodi di cura per l’Alzheimer e il Parkinson.
Mentre ci svelano il futuro olistico della medicina, gli autori ci mostrano come non sarà più necessario considerare la terapia del cancro o di altre malattie degenerative come una “battaglia”, quanto piuttosto come un ripristino della programmazione originaria delle nostre cellule. Oggi, con l’avvento della Medicina Informazionale, siamo in condizione di programmarci per la guarigione

 

 

 

Il dottor Pier Mario Biava ha accettato di rispondere ad alcune domande sulle implicazioni di questo profondo mutamento di paradigma  e di visione dell’universo.

All’inizio del libro, viene sottolineata la diversità del paradigma informazionale rispetto a quello materialistico in vigore nei secoli passati. In quale misura questa nuova visione della materia e dell’universo è riuscita a farsi strada, nel sentire comune, e soprattutto nelle applicazioni pratiche della scienza?
Siamo in una fase di passaggio, in cui una nuova visione della scienza e della vita si sta facendo strada tra molte difficoltà: questa situazione, che comporta una visione completamente diversa rispetto alla precedente e che riguarda soprattutto la biologia e la medicina, per imporsi nella comunità scientifica richiede molto tempo. Come sosteneva il grande filosofo della scienza Thomas Samuel Kuhn un cambio di paradigma scientifico per imporsi deve passare attraverso varie fasi a volte molto lunghe prima che venga accettato. In questo momento quello che è importante è che un nuovo modo di vedere le Scienze della Vita sia apparso e che stia dimostrando di essere in un certo senso più efficace nell’affrontare le malattie più complesse del nostro secolo ovvero le malattie cronico- degenerative, tra cui quelle neuro-degenerative, quelle tumorali ecc.
Siamo veramente alla vigilia di un grande cambiamento nella visione corrente dell’universo e anche dell’essere umano?
Si, siamo davvero di fronte ad un cambiamento epocale nella visione corrente dell’universo e dell’essere umano. Medici molto noti, che hanno letto il libro che ho scritto con Ervin Laszlo, che negli USA è uscito con il  titolo “ Information Medicine” e che esce  e in Italia con il titolo “ Guarire” hanno commentato il libro in modo molto positivo e sostanzialmente affermano che la nuova visione della Medicina descritta nel libro ha il potenziale di riorganizzare l’intero ambito biologico, contrastare la predisposizione alle malattie, far regredire gli stati patologici e rinvigorire la salute.

Che diffusione hanno oggi i metodi di cura basati sulla riprogrammazione cellulare?A livello di ricerca scientifica di base i miei studi hanno ora una notevole rilevanza perché rappresentano uno degli argomenti di punta della ricerca scientifica nel mondo. Infatti dopo un periodo molto lungo, in cui tutta l’attenzione del mondo scientifico e le risorse economiche erano rivolte allo studio ed alla sequenziazione del codice genetico ed il tema dell’epigenetica e della riprogrammazione cellulare non erano affatto considerate degne di nota, attualmente la situazione si è rovesciata e le ricerche sull’epigenetica  e la riprogrammazione cellulare stanno crescendo in modo esponenziale, rappresentando uno degli argomenti più studiati. Per quanto mi riguarda non solo ho scritto diversi lavori scientifici sul tema dell’epigenetica in importanti riviste internazionali, ma interi numeri speciali da me ideati e coordinati come Guest Editor per grandi riviste scientifiche, di cui alcuni lavori pubblicati anche nel libro Guarire. Diverso è il discorso per quanto riguarda le applicazioni pratiche. Qui i tempi sono più lunghi perché il trasferimento delle acquisizioni scientifiche al letto del malato richiede tempo. Ad ogni modo ormai la strada è aperta e fra qualche tempo le terapie epigenetiche e di riprogrammazione cellulare diventeranno molto importanti e saranno molto diffuse ad integrazione delle attuali terapie farmacologiche.

In che misura questi trattamenti vengono consigliati ai malati di tumore e di altre patologie degenerative?
I trattamenti epigenetici e di riprogrammazione cellulare possono integrare le terapie farmacologiche. Di fatto per quanto riguarda le malattie tumorali in un Congresso medico organizzato nel 2017 a Milano dalla SIMO ( Società Italiana di Oncologia Medica) ovvero dalla Società Italiana degli Oncologi Ufficiali è stato scritto ed approvato  un documento definito “ Position Paper” in cui gli oncologi, che lo hanno sottoscritto e che avevano letto le mie pubblicazioni, invitano i colleghi ad integrare le terapie tradizionali di consolidata efficacia con gli integratori epigenetici messi a punto al riguardo, in  quanto tali integratori potenziano notevolmente gli effetti terapeutici dei chemioterapici e degli anticorpi monoclonali, aumentando la sopravvivenza dei pazienti.  Tale documento è per altro riportato anche nel libro “Guarire” in uscita ora in Italia. La stessa cosa avviene per le altre patologie croniche degenerative, ovvero per le patologie quali Parkinson, Alzheimer, Sclerosi Multipla in cui i nostri integratori agiscono sia da soli sia in associazione alle terapie farmacologiche.

È vero che, nel caso di tumori, Lei consiglia le terapie epigenetiche come complemento alla chemioterapia classica?
Si ovviamente io sono il primo ad essere molto prudente perché anzitutto mi pongo l’obiettivo di essere utile ai pazienti , senza fare correre loro dei rischi. Quindi solo dopo lungo tempo, in cui gli integratori epigenetici sono stati usati in associazione con le terapie tradizionali di consolidata efficacia, sono stati testati anche da soli con ottimi risultati. Pertanto ora tali integratori vengono di solito associati alle terapie farmacologiche nei tumori, mentre nelle malattie neuro-degenerative  possono essere usati anche da soli nei casi meno gravi.

In quale misura i grandi interessi economici in gioco potrebbero eventualmente frenare la diffusione di nuovi metodi di trattamento delle patologie più gravi?
Attualmente le grandi ditte farmaceutiche non hanno più alcun interesse a frenare l’uso di tali trattamenti, considerato che si tratta di trattamenti integrativi che vengono utilizzati con i farmaci tradizionali. Il vantaggio per le ditte farmaceutiche di associare tali trattamenti è duplice:
a) aumentano le risposte terapeutiche e soprattutto la sopravvivenza dei malati con risultati molto soddisfacenti: anche da un punto di vista semplicemente economico  le ditte farmaceutiche hanno tutto da guadagnare utilizzando i trattamenti epigenetici integrativi in quanto possono curare molto più a lungo i pazienti con i loro farmaci.
b) i trattamenti integrativi migliorano di molto la qualità della vita ed il performance status, migliorando dunque la compliance dei pazienti e quindi anche da questo punto di vista le ditte farmaceutiche ne avrebbero solo vantaggi.

 

Ervin Laszlo e Pier Mario Biava: Guarire, Edizio Enea

Guarire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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