La voce delle piante

La voce delle piante

 

intervista al Professor Marc Henry

di Natascia Bandecchi

 

Amoreodiogioiapaurapiaceredolore, eccitabilità, torpore e innumerevoli altre risposte adeguate agli stimoli sono universali nelle piante tanto quanto negli animali.”
PARAMAHANSA YOGANANDA da “Autobiografia di uno Yogi”
Marc Henry in più di 40 anni di carriera scientifica ha insegnato chimica, scienza dei materiali e fisica quantistica, alla prestigiosa Università di Strasburgo. La sua ricerca scientifica si è concentrata in particolare sull’acqua, la chimica molecolare dell’ossido di titanio e l’applicazione della teoria quantistica alla reattività chimica delle molecole. Ricerche che gli hanno fatto pubblicare più di 150 articoli su riviste scientifiche. Si sa, le passioni non vanno in pensione. È successo così anche al Professor Marc Henry, raggiunta l’età pensionabile ha unito il suo lato creativo con la sua pluriennale esperienza in ambito scientifico.

Come funziona la connessione tra tecnologia e piante?
Le piante rientrano nella sfera degli esseri viventi. Ci sono tre regni: piante, animali e esseri umani. Quello che normalmente si pensa è che, gli esseri umani siano i numeri uno in campo evolutivo, mentre le piante siano i fanalini di coda di questi tre regni. Se desideriamo allargare i gruppi di esseri viventi, ci sono anche i batteri (organismi unicellulari). Questa è la suddivisione classica che si intende pensando, appunto, agli esseri viventi.” Spostiamoci ora da un’altra prospettiva, più semplice di quella appena enunciata dove, gli esseri umani risultano essere molto complicati mentre i batteri sono organismi semplici. Pensiamo all’ordine delle prime apparizioni sulla terra: i fiumi, i primi batteri, le piante, gli animali e per ultimi gli esseri umani. Da questa classifica si evince che siamo i più giovani e non i più anziani. Di solito le persone giovani non sono più sagge rispetto agli anziani che, di norma, sono ricchi di saggezza. Se pensiamo quindi in questi termini, la saggezza risiede nelle piante, non negli esseri umani. Sarebbe quindi opportuno che, invece di affermare “siamo i migliori a livello evolutivo” forse si faccia un bagno di umiltà e dire: siamo in fondo alla classifica e abbiamo solo da imparare dalle piante. Questa visione, secondo me, è proprio l’ABC: imparare dalle piante! Erroneamente si pensa che con le piante non si possa imbastire una connessione, uno scambio. Io sono qui con lei, stiamo parlando, lei mi guarda con gli occhi, mi ascolta con le orecchie, i suoi sensi in qualche modo sono connessi con me in questo momento. Beh, con le piante crediamo che non si possa fare nulla di tutto ciò. Ecco, non è vero! È una credenza. Sarebbe utile fermarsi, accorgendosi che quello che crediamo è solo apparenza. In biologia siamo tutti fatti di cellule: le piante, gli esseri umani, gli animali e anche i batteri. Considerando quindi che siamo tutti fatti di cellule, significa che possiamo comunicare ad un livello cellulare. Quello che sappiamo – ed è un’idea antica – è che possiamo utilizzare le vibrazioni quando desideriamo comunicare con qualsiasi tipo di sistema. Attraverso le vibrazioni si trasmettono informazioni tramite delle frequenze, sia per chi invia che per chi riceve. Cosa succede quindi? Si creano dei suoni, della musica. Questa scoperta è stata fatta più di 100 anni fa: si può trasformare l’attività meccanica o elettrica di esseri viventi in frequenze. Frequenze che possono trasformarsi in music

Da questo processo musicale quali sono i benefici per le piante e di riflesso per noi ?
Le piante non hanno benefici ma noi esseri umani si, e parecchi! Non dimentichiamoci che le piante sono gli esseri saggi e quindi non hanno bisogno di noi. Gli esseri umani invece hanno bisogno delle piante, se non ci fossero, noi moriremmo. Siamo totalmente dipendenti dalle piante e la cosa buona in tutto questo è che possiamo comunicare con loro attraverso la musica. Attraverso questo scambio possiamo comprendere come stanno lavorando le cellule al loro interno. All’interno delle cellule sono presenti degli stimoli che provengono dall’ambiente. Questi stimoli creano proteine attraverso i ribosomi. Esiste una teoria fisica secondo cui, unendo degli aminoacidi atti a creare proteine, vengono emesse delle onde. Onde che sono delle frequenze musicali.
Attraverso un apparecchio collegato alla pianta tramite elettrodi il segnale elettrico viene trasformato matematicamente in uno spettro di frequenza musicale che noi possiamo ascoltare. La cosa sorprendente è che la musica che proviene dalle piante non è per niente casuale. Ha un senso! Ogni melodia rispecchia le caratteristiche della pianta: assonante o dissonante. Nel tempo abbiamo analizzato tutte le melodie delle piante e abbiamo notato che la musica cambiava a seconda dell’ambiente in cui vivevano e che nel primo minuto di registrazione ogni esemplare si presentava: chi sono, dove sono…una sorta di carta d’identità. Dopo alcuni minuti invece emerge invece la descrizione del luogo in cui vive e come sta. Altro fattore degno di nota è come la pianta cambia la sua risonanza musicale a seconda della persona con cui entra in connessione. Sembra incredibile ma succede proprio così. Quando si parla di fisica non può essere incredibile, è semplicmente reale.

Essere umano e piante possono comunicare ?
Diciamo che sono più le piante che ci parlano. Infatti, se le siamo intorno mentre raccogliamo le sue frequenze ci può dire come stiamo. Se siamo tristi, felici, preoccupati, ogni nostro “colore” è intercettabile dalla pianta che ci restituirà il nostro stato emotivo attraverso le sue frequenze musicali. È addirittura possibile connettere uno strumento musicale al nostro registratore di frequenze e creare una sorta di sinfonia.

La musica creata dalle piante possono essere terapeutiche per l’essere umano?
Si, certo! Gli esseri umani e gli animali sono provvisti di neuroni e di riflesso di sensiblità. Le piante, nonostante non abbiano neuroni, hanno comunque sensibilità. Proviene da qui la fitoneurologia, e cioè la neurologia in cui è presente la sensiblità in un organismo privo di cervello, sistema nervoso, neuroni, etc. Esiste solo corrente elettrica trasformata in musica, questa è fitoneurologia che possiamo definire musicoterapia. Una terapia musicale che può farci sentire meglio. La musica, lo sappiamo, può guarire. Abbiamo testato più piante in questi anni e abbiamo vissuto esperienze l’una diversa dall’altra, a seconda dello stato emotivo delle persone che entravano nel raggio d’azione della pianta. Più la persona era “pesante” emotivamente e più la pianta cambiava la sua onda musicale arrivando addirituttura ad ammutolirsi.

La musicoterapia delle piante è una nuova frontiera della scienza?
Si, senza ombra di dubbio. Gli studi intorno a questa disciplina scientifica sono iniziati più di 100 anni fa ma, a quell’epoca, nessuno ne era particolarmente interessato. Oggi invece confrontati con tremendi problemi legati all’umanità, siamo ben felici di poter collaborare con le piante per uno scopo di guarigione e soprattutto per comprendere come sta l’ambiente e come lo stiamo trattando. Per l’umanità si tratta di un nuovo modo di pensare.

Lei ha avuto una carriera brillante. Cosa le regala occuparsi di questa nuova frontiera fitoneurologica?
Quando ero piccolo, mi chiedevano cosa volevo diventare da grande. Io avevo due opzioni: scienziato (piano A) oppure musicista (piano B). Ovviamente, quando comunicai ai miei genitori le mie due scelte mio padre fu felice dell’opzione scienziato perché, per lui significava: carriera e denaro. Il musicista non lo prese nemmeno in considerazione, accogliendomi con un’ espressione piuttosto scettica che per lui significava: poche possibilità economiche e sacrifici.
Ho seguito la carriera scientifica ma non ho mai dimenticato il mio lato creativo: la musica. Oggi sono in pensione e mi dico “ho fatto il mio dovere e posso dedicarmi al mio “piano B.

Che strumento suona?
Mia nonna era diplomata al conservatorio e mi ha insegnato a suonare il pianoforte ma mi appassionano molto le percussioni, quelli che in molti definiscono, suoni primordiali. Quello che avviene per esempio nello sciamanesimo. Sono affascinato dagli strumenti che provengono dalla natura.

Che musica ascolta?
Musica classica, varieté, rock’n roll. Non mi piace la musica contemporanea. Quella musica in cui non c’è armonia.

 

Sito ufficiale Marc Henry:                                      www.marchenry.org

Naturasounds é un progetto di Renaud Ruhlmann
(che ho conosciuto con il Professor Henry)
qui si possono ascoltare le voci delle piante:     https://naturasounds.bandcamp.com/

 

 

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