Le acque guaritrici: l’arte di Alessandro Puccia

Le acque guaritrici: l’arte di Alessandro Puccia

Alessandro Puccia è un giovane artista che segue il metodo di Masaru Emoto, fotografando cristalli d’acqua al microscopio. Queste foto Alessandro le espone, ne vende delle copie e crea con esse dei particolari percorsi energetici. Come è nato questo suo interesse per l’acqua?

 Dieci anni fa- ci dice Alessandro – mi è stato diagnosticato un tumore, sono stato operato e, dopo l’asportazione, mi è stato detto che avrei dovuto sottopormi a un ciclo di chemioterapia e che la prassi, nei casi come il mio, era di asportare i linfonodi all’inguine. Benché il tumore fosse stato rimosso, il livello dei marcatori tumorali era ancora molto alto.
C’era quindi ancora un concreto rischio che nel mio corpo esistessero cellule tumorali.

Lei allora si occupava già di medicina alternativa ed energetica?
Risponderei ‘ni’, nel senso che anche oggi professionalmente faccio altro, ma già allora avevo certi interessi ed ero a conoscenza di teorie diverse rispetto alla cura dei tumori. Dopo la prima operazione, il medico mi aveva consigliato di aspettare qualche mese prima di sottopormi a una nuova anestesia totale e io, durante quel periodo, mi informai sulle altre possibilità. Da un lato era forte in me anche la ricerca spirituale, la ricerca di un significato per quello che mi stava accadendo e dall’altro dentro di me, il mio inconscio rifiutava l’idea di sottoporsi alla chemioterapia. Così ho cominciato a interessarmi ad altri metodi, a consultare altri medici  e terapisti e ho scoperto il potere delle acque, in particolare delle acque mariane. Alla fine ho deciso di non fare più nulla e da dieci anni a questa parte non mi sono sottoposto a nessuna cura antitumorale classica anche se faccio degli esami regolari, ma sempre con metodi non invasivi.

Quindi la ricerca che era iniziata con scopi di autoguarigione è diventata opera artistica?
Infatti. la mia ricerca si è concentrata sulle acque e su queste immagini che ho realizzato in collaborazione con un laboratorio.

Quale scopo si prefigge?
Intendo raccontare il mio percorso anche attraverso le mie opere perché penso che trasmettere una storia vissuta in prima persona possa aiutare chi vive esperienze di difficoltà di ogni genere e non solo del tipo che ho provato io. Può essere un supporto anche quando si seguono cure tradizionali, ad esempio quando la chemioterapia risulta la soluzione migliore. Non dico infatti che la mia strada sia la più giusta ma solo che è importante connetterci con il nostro corpo, ascoltarlo; noi possiamo sentire il nostro corpo e, attraverso l’acqua che è parte di esso, possiamo cambiare le frequenze all’interno di noi e portare il nostro corpo in condizioni migliori. Nessuno può “sentire” il nostro corpo meglio di noi.

Le sue foto sono realizzate con il metodo di  Masaru Emoto, ossia fotografa i cristalli d’acqua gelata?
Esatto. L’approccio è partito dai libri di Masaru Emoto e poi anche dalle opere di altri scienziati che hanno fatto ricerche analoghe alla sua. L’acqua viene congelata, in modo che si rendano visibili i cristalli che vengono poi fotografati al microscopio, con particolari apparecchiature.

Usa soprattutto le acque mariane?
Non solo, ma ho diverse acque mariane e ho letto il libri della dottoressa Enza Ciccolo che ha studiato molto le energie di queste particolari acque. È un discorso che si unisce anche alla fede e all’apparizione della vergine perché altrimenti non si spiegherebbe quanto avviene a Lourdes, Fatima, Medjugorie e altri luoghi. Vi sono molti altri punti in cui è apparsa la Madonna e in cui sgorga acqua con grandi proprietà energetiche. Poi vi sono anche altre sorgenti con proprietà particolari. Dal canto mio mi concentro sulle circostanze in cui l’acqua è stata raccolta e quindi utilizzo moltissimi tipi di acque, acqua piovana, fonti naturali,  acqua che registra l’energia dei cavalli…

Infatti lei ha anche un feeling particolare con gli animali…
Si, ho seguito molti corsi per poter sviluppare la sintonizzazione con gli animali e facilitare la comunicazione fra uomo e animale.Amo lavorare in particolare con i cavalli perché sono animali che spesso vengono considerati come strumenti per disciplina sportiva, mentre vorrei proprio che tutti si rendessero conto che quella con l’animale è sempre una relazione. Solitamente con il gatto o il cane è più facile che si instauri un rapporto di questo genere, ma con il cavallo è più raro. Penso che pochissimi proprietari di cavalli si chiedono se  il proprio animale ha voglia di uscire a fare una passeggiata Sono convinto però che dal momento in cui si apre un dialogo, si apre anche la missione dell’animale nella vita della persona ed entrambi crescono nella relazione.

Come sceglie le acque da raccogliere?
Sono loro che scelgono me…
In certi casi si tratta quasi di una raccolta istintiva perché non so spiegare razionalmente il motivo per cui ho raccolto certe acque.
Sono sempre acque legate a un momento per me significativo. A volte solo dopo anni, si sviluppa una relazione con quell’acqua e comprendo perché l’avevo raccolta, allora in certi casi ho bevuto l’acqua, in altri ho realizzato la foto.

Le immagini che vende sia come opere d’arte sia come cartoline sono molto belle, ma al di là di questo aspetto estetico, hanno anche un effetto su chi le guarda?
Ogni opera d’arte suscita delle emozioni nello spettatore. Nel caso delle mie foto, ho notato che spesso queste emozioni sono analoghe a quelle che ho provato nel raccogliere quella specifica acqua.


Quindi c’è anche un aspetto energetico e ‘terapeutico’ nel contatto tra il pubblico e la sua arte?
Quando espongo le mie opere creo dei percorsi vibrazionali, dispongo i pannelli con le foto in un ordine preciso e scelgo con attenzione le location in cui esporre, prediligendo luoghi legati all’acqua. Sono anche disponibile a far seguire questi percorsi vibrazionali attraverso colloqui individuali.

La foto è in un certo senso un veicolo per la vibrazione del cristallo a cui è stata scattata. Chi porta a casa una mia opera, indipendentemente dal formato o dal supporto su cui è stampata, porta a casa un’energia. La reazione è personale e rimane dipende naturalmente da ciascuno. Ad alcune persone può non accadere nulla, altre entrano in relazione con l’energia della foto e in qualche modo con le emozioni che essa risveglia in loro, si apre un percorso di comunicazione e una questione di accesso e risonanza.

 

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