Angelo Picco: un invito alla consapevolezza

Angelo Picco: un invito alla consapevolezza

Angelo Picco è noto per essere uno dei canali di Kryon. Il 3 maggio prossimo terrà una conferenza a Lugano (Sala Refettorio del LAC) il cui tema sarà l’insegnamento che possiamo trarre dall’esperienza Covid.
Abbiamo posto alcune domande ad Angelo.

 

Come si diventa canali di un’entità angelica?
Non si diventa canali, si viene scelti. Nel mio caso, come in quello degli altri canali di Kryon che ho conosciuto: l’americano Lee Carrol che è il più famoso al mondo e David Brown che è un inglese che è vissuto per tanti anni in Sudafrica e che ha canalizzato Kryon fino a tre anni fa, tutti e tre siamo stati scelti. Nel mio caso la scelta è stata una cosa bizzarra perché il mio contatto con Kryon è nato tantissimi anni fa, nel 1998, quando una sensitiva di mia conoscenza mi fece un test con delle acque colorate realizzate da Cristina Prato, che è una sensitiva italiana. Il test doveva appurare quale fosse lo scopo della mia vita e l’acqua che io scelsi era l’acqua di Kryon, del quale allora non conoscevo assolutamente l’esistenza. Dopo tre anni, il 15 maggio del 2001 un’entità con la quale ero in contatto medianico mi disse che sarei diventato canale di Kryon. Io non credetti a questa previsione, ma nel pomeriggio di quello stesso 15 maggio 2001, io vivevo in campagna, in provincia di Pesaro, mentre mi preparavo a portare a spasso i cani, vidi, non con gli occhi dello spirito, ma proprio come vedevo il resto del paesaggio, una palla di tutti i colori dell’arcobaleno. Dalla palla uscì una voce che diceva: “Io sono Kryon e d’ora in poi sarai un mio canale.”
Io rimasi esterrefatto e gli chiesi che cosa dovevo fare. Lui mi disse di mettere un sito in internet con le informazioni che avrei ricevuto da lui (oggi il sito è  https://www.kryonwebsite.com) e di scrivere in America dicendo che ero diventato un canale di Kryon. Aggiunse anche che d’ora in avanti ci avrebbe pensato lui a farmi arrivare le persone giuste per organizzare gli eventi. Quindi, come vedi, sono stato scelto. In quanto alle ragioni per cui sono stato scelto, alcune non le conosco ancora perché le cose si svelano via via, ma soprattutto mi è stato detto che sono stato io prima di nascere a chiedere di svolgere questo ruolo e che sono stato accontentato per la mia capacità di connettermi velocemente, per la mia correttezza morale e per la forza fisica, perché ci vuole una certa forza fisica per reggere questa massa energetica.

 Ma tu ti interessavi di angeli prima di essere contattato da Kryon?
Più che altro sono stato un ricercatore spirituale piuttosto genuino. Mi ricordo che anni fa, a Milano, a un convegno al quale ero stato invitato e che era organizzato da Anima Edizioni che stato per alcuni anni la mia casa editrice, una delle persone invitate disse che l’universo rispondeva sempre alle domande che gli si facevano. Ho meditato su questa frase e, una volta tornato a casa, ho detto a Kryon: “Ma io non ho chiesto di essere un tuo canale”. Lui mi rispose che le cose non stavano proprio così e mi fece ricordare che, negli anni Ottanta, mentre ero sposato con la mia prima moglie, lei mi chiese perché ero sempre così nervoso e agitato. Io le risposi che il mio scopo era di trovare Dio e che finché non trovavo Dio non potevo fermarmi. Da allora effettivamente iniziai tutta una serie di ricerche spirituali che culminarono nel mio incontro con lui, con Kryon. Quindi io avevo fatto la richiesta. Poi, lavorando con Kryon sono diventato esperto di angeli e arcangeli. Ma il mio approccio, più che essere legato alla conoscenza degli angeli, era legato a un autentico bisogno dell’anima e tutto ciò che è legato a un autentico bisogno prima o poi si realizza. Questo avviene non solo in campo spirituale. Succede molto spesso con le paure che finiscono con l’attirare a noi proprio ciò che temiamo. A maggior ragione se abbiamo un anelito in campo spirituale, prima o poi questo anelito ci porterà alla cosa desiderata.

 Tu sei anche terapeuta?
Sono un terapeuta olistico che pratica diverse terapie. Per esempio faccio un lavoro con l’EMDR, che è un movimento rapido degli occhi che è utile per liberare dai traumi; faccio ipnosi regressiva, faccio anche terapie vibrazionali, ma il mio filone è legato alla parte psicologica e animica delle persone, tanto è vero che collaboro con psicologi e psicoterapeuti. La mia è una visione diversa rispetto a quella di un professionista, vado un po’ oltre alla  manifestazione della sintomatologia. Cerco di scavare profondamente e di capire quali sono i blocchi e i tormenti delle persone.

Hai anche scritto diversi libri. Si tratta solo  di canalizzazioni di Kryon o vi sono opere diverse?
Ho scritto quattro libri di canalizzazioni in italiano, tre in spagnolo e uno in russo. Ma quando ero molto giovane ho scritto un romanzo, sempre improntato al tema della ricerca. Il romanzo s’intitola ‘Cinzia e la voglia di essere’ perché la protagonista è una donna che, in seguito alla morte del suo fidanzato, va in crisi e inizio un percorso di ricerca. In realtà quelle ricerche erano quelle che avevo fatto io, solo che, negli anni Novanta, dire che un uomo aveva una determinata capacità di percezione poteva sembrare un po’ ambiguo. Quindi ho preferito inventare un personaggio femminile che, nel pensiero collettivo, era più portato ad aver determinate percezioni. È stato anche un romanzo liberatorio, perché i quel periodo ho perso entrambi i miei genitori nel giro di due anni, e quindi si tratta di un romanzo dedicato alla loro memoria.

Vuoi dirci qualcosa della conferenza che farai il 3 maggio a Lugano?
Quando la titolare della libreria Waelti ha preso contatto con me e mi ha chiesto di che cosa avrei voluto parlare, ho risposto che tutti quanti noi nel mondo abbiamo vissuto  e in parte ancora stiamo vivendo le conseguenze del Covid. Ho dunque scelto di parlare di ciò che il Covid può averci insegnato a livello spirituale, a livello umano e nella vita. Perché penso, e questo lo pensa anche Kryon, che non possiamo terminare un’esperienza senza fermarci a fare consapevolezza su ciò che è successo. Altrimenti significa che quella esperienza l’abbiamo vissuta per niente. Quindi nella conferenza inviterò le persone a riflettere su ciò che abbiamo potuto imparare e poi mi auguro di coinvolgere le persone in domande e risposte perché una conferenza non deve essere un monologo dove io parlo e tu ascolti. Parlerò per un certo tempo ovviamente, ma poi mi auguro che si apra un dibattito, un confronto tra le persone. Questo sforzo di consapevolezza in realtà dovremmo farlo quotidianamente, o settimanalmente, o almeno mensilmente per avere coscienzia di ciò ce ci è successo. A maggior ragione quando siano di fronte a eventi grossi come la pandemia che ha coinvolto tutto il mondo. La mia non sarà una riflessione del tipo di quelle con cui siamo stati bombardati dai massmedia sul come si è agito, sul perché e così via. Non mi interessa commentare l’accaduto, la mia è una voce diversa che invita a prendere atto di quanto accaduto e fare delle considerazioni evolutive, pratiche per capire meglio tutti quanti come andare avanti soprattutto nel nostro quotidiano.

La consapevolezza è un senso angelico, vero?
Infatti. Gli angeli hanno cinque sensi oltre a quelli fisici. Il primo è la compassione, il che significa che possono intervenire nella nostra vita solo se noi chiediamo la loro presenza. Il secondo è la consapevolezza, il terzo è l’essere capaci di immaginare la propria vita e il proprio futuro, cosa che anche noi dovremmo imparare a fare. Il quarto senso è quello di esprimere se stessi e il quinto è la capacità di essere presenti a più cose contemporaneamente. Questo ultimo senso permette di agire invece di limitarsi a reagire come facciamo noi di solito.

 

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