Marco Pizzuti: le verità non autorizzate

Marco Pizzuti: le verità non autorizzate

 

 

 

Marco Pizzuti è un ex-ufficiale dell’esercito italiano, laureato in giurisprudenza e uno specialista di controinformazione. I suoi libri, tra cui Rivelazioni non autorizzate, Deep State, Scoperte scientifiche non autorizzate e Scoperte mediche non autorizzate, rivelano fatti che la scienza e la stampa solitamente nascondono. Uno scrittore scomodo che sta conoscendo un crescente successo.

 

Nei tuoi libri hai scelto di mostrare la “faccia nascosta” delle cose, che sia la storia, la politica, le scoperte scientifiche…  Quando hai cominciato a sospettare che ciò che ci viene mostrato non corrisponde alla realtà, o quantomeno non a tutta la realtà?
Sin dalle scuole medie non riuscivo a capire come mai il cosiddetto terzo mondo fosse così arretrato nonostante tutti gli aiuti dei Paesi ricchi e come mai esistesse ancora la povertà nonostante le enormi risorse del nostro pianeta. C’era qualcosa che non tornava nella retorica ufficiale. Poi crescendo, gli interrogativi sono aumentati e ho iniziato a pormi molte altre domande su tutte le questioni sociali. Ad esempio: come mai lo Stato non è riuscito a prevalere sulla mafia quando anche tutti i comuni cittadini nei territori ad alta densità mafiosa conoscono il nome dei boss e dei loro tirapiedi? Perché l’informatica e i dispositivi elettronici fanno progressi enormi mentre nel campo energetico siamo rimasti fermi allo sfruttamento dei carburanti fossili (petrolio, carbone e gas) e con energie alternative a basso rendimento? Perché dal punto di vista puramente storico statistico, il terrorismo ha sempre colpito personaggi molto popolari come J. F. Kennedy o Aldo Moro e ha risparmiato invece quelli più notoriamente corrotti? Come fece Hitler a scatenare una guerra mondiale senza avere il carburante necessario e chi gli diede i brevetti per trasformare il carbone bituminoso delle miniere tedesche in carburante sintetico? Perché la medicina non è mai riuscita a stroncare malattie come il cancro nonostante gli enormi finanziamenti stanziati per la ricerca e molti decenni di studi?
Poi, a circa 30 anni ho iniziato a lavorare nelle istituzioni e casualmente, mi è capitato di ascoltare delle conversazioni tra politici, massoni e magistrati che mi hanno incuriosito e spinto ad indagare a fondo. Man mano che facevo ricerca e approfondimenti, si è aperto il vaso di pandora e ho scoperto una matrice comune per tutte le diverse domande che mi ero sempre posto. Decisi allora di scrivere un libro-inchiesta per far divenire di dominio pubblico questi collegamenti ma pensavo che non avrei trovato nessun editore disponibile.  Per mia grande sorpresa invece, non solo il mio primo libro “Rivelazioni non autorizzate” venne pubblicato ma fu anche un grande successo che mi permise di pubblicare molti altri testi in tutte le altre tematiche (alcune ancora in corso d’opera).

 Come riesci a reperire la documentazione necessaria per i tuoi libri?
In realtà non c’è nulla di segreto come dimostra l’ampia bibliografia citata nei miei testi. Poiché ritengo che ogni affermazione straordinaria debba basarsi su prove straordinarie, ho sempre pubblicato le mie fonti nei libri che scrivo proprio per far in modo che il lettore possa controllare personalmente e se lo desidera, continuare da solo con gli approfondimenti. Una volta capito come funziona il nostro sistema sociale sia a livello locale che globale, si sa dove andare a cercare ed è proprio questo il paradosso. Quasi tutto quello che c’è da sapere è reperibile, l’unico problema è che non lo troviamo sui grandi canali d’informazione mainstream. Per fare un esempio quindi, se leggiamo sui libri di storia che J.F. Kennedy venne assassinato da un solo uomo non collegato alla mafia e ai servizi d’intelligence e continueremo a informarci esclusivamente sui canali della versione ufficiale, non troveremo mai nulla di diverso ma se decidessimo di approfondire l’argomento leggendo direttamente gli atti del processo, delle inchieste, delle testimonianze e delle prove contrarie, ci accorgeremmo immediatamente di incredibili omissioni, palesi contraddizioni, misteriosi incidenti fatali alle persone più informate, insabbiamenti e assurdità basate su invenzioni come la famosa “pallottola magica” che avrebbe colpito più volte il presidente americano compiendo deviazioni e rimbalzi pindarici.

Incontri molti ostacoli nelle tue ricerche e nella divulgazione delle tue scoperte?
Molto spesso mi viene chiesto come mai non ho ancora subito ritorsioni se quello che scrivo contro l’establishment di potere è vero. La risposta è semplice. I miei saggi non costituiscono un problema per nessuno. Sono come tiri di fionda contro le corazzate. L’élite controlla i grandi canali d’informazione e attraverso di essi le masse. Si dice che la televisione è lo specchio della società ma non è vero perché è l’esatto opposto. Se fossi un alto rappresentante delle istituzioni o avessi un mio programma d’informazione in prima serata su un canale televisivo nazionale, allora si che dovrei iniziare a preoccuparmi ma i libri inchiesta di saggistica, vengono contrastati solo con il discredito e la censura. Per fortuna, la realtà è diversa dalla cinematografia e i personaggi scomodi vengono eliminati fisicamente solo quando costituiscono un tale problema da non lasciare altra opzione. Gli ostacoli e le pressioni di altra natura invece sono innumerevoli. Il più grande editore italiano ad esempio, mi ha rifiutato la pubblicazione di Deep State nonostante un contratto già firmato perché mi sono rifiutato di eliminare alcuni capitoli su argomenti ritenuti “intoccabili” come la pandemia. Poi devo fare i conti con il discredito dei cosiddetti debunker comparsi in rete come funghi per difendere a spada tratta qualsiasi versione ufficiale, poi c’è la censura dei grandi media e la prudenza dei politici e delle celebrità più vicini alle mie battaglie che non vogliono comunque esporsi oltre un certo limite. Insomma, il fatto di avere tutti questi ostacoli per non voler scendere a compromessi e dover rimanete entro un certo livello di pubblico, se da una parte è un limite, dall’altra, mi permette di non dovermi guardare troppo alle spalle.

Hai l’impressione che negli ultimi anni un numero maggiore di persone sia disposta a mettere in dubbio la narrativa ufficiale in tutti i campi?
Certamente si, quando iniziai a scrivere e a rilasciare le prime interviste mi chiedevano addirittura cosa fosse la controinformazione, un termine, che dopo gli anni settanta era completamente caduto in disuso. Oggi invece è pieno zeppo di “controinformatori” anche se la maggior parte di essi, non scrivono ma sono piccole star del web che purtroppo, invece di fare un fronte comune, si fanno la guerra di like come prime donne gelose una dell’altra. Ciò significa comunque che ho seminato bene perché anche se non tutti leggono i saggi e la maggior del “popolo antisistema” non mi conosce, i miei libri hanno fatto da “apri pista” e grazie all’enorme contributo di tutti coloro che sono venuti dopo, oggi solo in Italia, i cittadini che prendono le distanze dalla narrativa mainstream e dal pensiero unico, sono alcuni milioni. Un grande successo che fa ben sperare in un vero cambiamento anche se il tradimento elettorale del Movimento 5Stelle ha dato il colpo di grazia alla fiducia in qualsiasi realtà politica antisistema che possa nascere dalle sue macerie. Ricordo ad esempio che quando scrissi il primo libro, bastava nominare il Gruppo Bilderberg per sembrare un pazzo o un ciarlatano perché nessuno ne aveva mai sentito parlare. Ora però che sono in tanti ad avere capito che il vero potere decisionale non è nei parlamenti nazionali ma in club privati sovranazionali come il World Economic Forum di Davos, l’elite ha preso le sue contromisure con lo shadow banning (algoritmi che limitano la visibilità), con la censura “per violazione della policy interna” dei social media e de motori di ricerca e con le task force di “fact checker” (agenti di una sorta di ministero della verità orwelliano) che con il pretesto di proteggere la popolazione dalle “fake news”, stabiliscono ex auctoritate, cosa è vero e cosa è falso, cosa la popolazione può sapere e cosa no. Tutto ciò avviene sotto i nostri occhi mentre il fondamento di ogni vera democrazia è garantire sempre la libera informazione e il diritto del cittadino di formate la propria opinione senza alcuna misura restrittiva o coercitiva.

Comments are closed.